Monday, January 23, 2006

 
UNA MAGIA

Un sogno,una magia,un’ incanto,
un’ amore senza fine;
spero di viver tanto per non lasciarli soli
privi del mio affetto, diletti figli indifesi.
Intensa pena è la mia per sopraggiunta morte,
sorte impietosa che mi privi di loro
e non consenti di stargli vicino.
Fugace illusione,beatitudine nascosta,
desidero che restino sempre con me;
che l’ora si perpetui e non passi per l’eternità.
Ho scambiato con loro gioie e sofferenze,
in avvenimenti drammatici e commozioni intense,
in lotte continue, senza tregua, per difenderli.
Ho donato, senza alcun rimpianto, la mia vita,
compenetrati sono in me ed io in loro
uniti in una sola anima eletta.
Figli del dolore nascosto,silenzioso,
tormentati,scacciati,esclusi,perseguitati;
figli non amati,indesiderati…
Delicate creature carezzevoli che ispirano tenerezza
e lasciano la sensazione di morire di gioia.
Voi siete il mio conforto,la mia speranza,il solo bene;
gli unici amici che ho sempre amato.
Affascinanti,misteriosi,seducenti,dallo sguardo
luminoso,serafico,penetrante che stupisce,
che a volte intimorisce e inquieta,
ma si resta ammirati dalla loro energia prodigiosa.

Leopold Persidi Roma.20-01-2006

Sunday, January 15, 2006

 
LIBERARSI

Veniamo tutti dall’immondizia, Perle scelte
ma alcuni di noi guardano il cielo.
Le ombre lasciate dai pazzi sono più lunghe
e più nere di quelle degli altri,e si teme
che possano oscurare tutto quello che lambiscono.
Liberarsi dalle brutture,dalle ipocrisie,
dalle miserie del mondo che c’incatenano;
è una fuga verso luoghi sconfinati
ove l’uomo possa sentirsi libero
coltivando dentro di se
il fascino dell’avventura eterna;
o fuggire dall’eterna delusione
del ritorno in cielo senza fine
della vita e della morte,
puntando nella dissoluzione?
Tremare al ricordo di ogni partenza,
trovarsi in una terra nuda in un’aria rarefatta,
sommersi nelle nebbie e smarrirsi.
Desolante vita di compromessi e viltà.
Eclissarsi in un esilio scomodo,
trattato come reietto,difficilmente accettato,
dove si perdono le tracce di se e la memoria.
Visioni dell’inconscio piene di fantasmi,
allucinanti paure,sogni inquieti,
aspirazioni di luce lontane
che s’intravedono nelle tenebre
delle coscienze turbolente,
che nel buio della notte danzano il ballo delle streghe.
Inibire i deliri violenti
giudicati devianti con ogni mezzo
sino ad infliggere tortura con il disprezzo,
con la derisione;qualità intime dell’uomo.

Leopold Persidi Roma. 23-10-2005

 
Il MIO SOLE

Il mio sole sta calando è in declino,
la mia giornata volge al termine,è finita.
Se guardo verso est non riesco a vedere l’alba,
se guardo verso ovest,una notte buia,
mi nasconde ogni cosa.
Io sono il cuore e il corpo di questi sventurati,
anche se lascerò questa terra,
sarò sempre vicino a loro;
passerà del tempo prima che vengano da me.
Sarà dolce questa notte parlare di libertà,
sono un irrinunciabile dono della natura,
vigili come angeli custodi,una serenità;
un afflato di gioia di scambievoli ronfi e sussurri.
Il terrore non s’impadronisce di me
quando la morte si avvicina.
Simbolo della vita è il ricordo
con i suoi tramonti straordinari
ed enormi distanze,
in un groviglio di giorni lunghi e dolorosi
che hanno cambiato la mia esistenza.
Forse la missione e l’intensa vita
è causa della mia morte,
che mette a nudo la mia anima, anelito di disperazione.
Credo in ciò che faccio,contrasterò il dolore
e se avrò modo di svegliarmi,vedrò gli “amici”,
che sono diventati miei nemici.
L’uomo non sempre può scegliere,
quando e come morire;
viene quando non la si attende,
chi la dà vigliaccamente la teme e ha paura.

Leopold Persidi Roma.13-05-2005

 
ORRORE

Dov’è questo dio che permette le torture,i soprusi,
la mattazione quotidiana di miliardi di esseri
perpetrata dagli uomini abominevoli…
Orrore-Obbrobrio.
Dove sei dio degli offesi,degli innocenti,
degli indifesi,dei perseguitati;
dio dei miseri maltrattati,torturati;
dio sordo,cieco,senza misericordia.
Dove ti nascondi? Mostrati!
dio senza amore,senza pietà.
Hai creato dei mostri dal libero arbitrio,
famelici,insaziabili di sangue,
divorano le carni della sofferenza,del dolore,
delle privazioni,della paura.
Come si può dire che gli sarà tutto perdonato,
infame ipocrisia che vuol cancellare
le colpe e le malefatte di questi mostri;
e sono tanti che commettono
e fanno commettere orrendi delitti.
Tu dio mai rivelato, come i tuoi,
fatti a tua immagine e somiglianza,
non sarete mai perdonati;
illusi devoti alle false convinzioni,
rimarranno immobili nella putredine.

Leopold Persidi Roma. 09-07-2005

 
LUCREZIA BORGIA *

Donna biondissima,delicata,
nutrita di vasta cultura;
vestiva con eleganza,amava feste e conviti.
Calunniata come donna e come principessa,
intriganti,inaffidabili dicerie
portate avanti da chiacchiere velenose,
come quella dell’uso della “condorella”,
uno dei tanti motivi che accusavano Lucrezia.
Forse anche lei intrigante,inaffidabile,
o vittima del padre Alessandro
e del fratello Cesare,che fecero e disfecero
i suoi matrimoni a fini politici.
Amava teneramente
il suo secondo sposo Alfonso d’Aragona
quasi certamente fatto uccidere dal Valentino.
Per la terza volta sposa di Alfonso d’Este
erede al ducato di Ferrara.
Tenne in questa città una piccola corte,
dove convivevano letterati e poeti famosi.
La morte improvvisa del padre,
quella tragica del fratello e in fine
il barbaro assassinio del suo caro amico
Ercole Strozzi,
la portarono al tal punto che ne morì.
La figura di Lucrezia, che la legenda
volle corrotta e crudele,probabilmente
fu vittima dei suoi familiari.
Una ciocca dei suoi capelli è conservata
nella biblioteca Ambrosiana di Milano.

Leopold Persidi Roma.30-07-2005

*N. 1480 a Roma
M.1519 a Ferrara

 
CESARE BORGIA*

Principe e condottiero ambizioso,
scaltro,spietato,dissoluto
con mire espansionistiche.
Per riuscire impiegava violenza,
crudeltà tradimento,
combatteva con l’astuzia e con l’inganno,
con abile strategia e con coraggio.
Spesso trucidava,spietatamente
i signori delle città conquistate,ma
passava al fil di spada i suoi stessi soldati,
se si abbandonavano al saccheggio.
Con inganno, attirandoli in un tranello,
uccise i suoi ex condottieri
che avevano congiurato contro di lui.
Accusato di essere il mandante
del misterioso assassinio di suo fratello Giovanni,
sicuramente fece uccidere Alfonso d’Aragona*
figlio del re di Napoli e marito di sua sorella Lucrezia.
Era dotato di una ferrea e spietata condotta politica!
Alla morte di suo padre Alessandro,
la forza, la fortuna, le ambizioni,
di Cesare crollarono,si sfasciò il suo dominio.
Arrestato,rilasciato,imprigionato fuggi
riparando da suo cognato Giovanni d’Albrert
re di Navara.
Cadde combattendo eroicamente a Viana
contro un drappello di soldati Castigliani.
Dette luogo a una serie di vendette
coperte dalle nefandezze della chiesa,
da essere ricordato come personaggio
di una legenda nera.

Leopold Persidi Roma.30-07-2005

*N. 1475 forse,a Roma (detto il Valentino)
M.1507 a Viana (presso Pamplona)
*Alfonso d’Aragona fu il secondo marito di Lucrezia

 
ALESSANDRO VI*

Circondato da amanti
e una schiera di figli illegittimi,
con una passione smoderata della sessualità.
Ambizioso,possente,autoritario,
ma con uno amore sconfinata per i figli,
che ben presto saranno la sua rovina.
Assalito dalla gelosia per sua figlia Lucrezia,
degenerato costume dell’epoca,fu presente,
come tanti padri,
al consumo del matrimonio della figlia.
Così liberava i suoi sentimenti ossessivi,
causa in parte degli errori,
che gli determinarono la fine della dinastia.
Uomo ambiguo,non esitava a togliere di mezzo
i personaggi che gli facevano ombra.
Gli stessi atti crudeli
ben presto gli si rivoltarono contro.
Di nuovo maledizione per Alessandro,
dipinto con accuse,forse,esagerate o false:
Come avvelenatore,incestuoso,
una condotta morale non consona
all’alto ufficio di Sommo Pastore;
con la sua vita dissipata
fu accusato di sodomia dal Savonarola
profetico della fine tristissima dei Borgia.
I grandi progetti di conquista,
concepiti per il figlio Cesare,
si tradussero in una lotta continua
contro i feudatari romani dell’epoca.
La morte improvvisa,si parlò di veleno,
e suo figlio Cesare infermo,
fecero crollare tutti i sogni velleitari di dominio.
Passò alla storia come personaggio privo di scrupoli,
così i figli Cesare e Lucrezia.
Lo splendore delle corti copriva
le lotte spietate per il potere;
una profonda crisi politica travolgeva
la libertà degli Stati Italiani.
Papa Alessandro,verità e fantasia
lo hanno reso tristemente celebre.

Leopold Persidi Roma.30-07-2005


*N. 1431 presso Valencia
M.1503 a Roma
Papa dal 1492 al 1503

 
I BORGIA*

Tutti i progetti della più potente e ambiziosa
famiglia d’Europa,si risolvono in polvere.
Famosi per il cinismo e per la loro crudeltà
che consumarono in delitti e tradimenti.
Usarono con uguale destrezza ,il pugnale,
il veleno,l’astuzia e l’inganno.
Portarono alla corte della chiesa
il gusto spagnolesco,dello sfarzo;
sperperando cospicue ricchezze.
Con il sopruso e il delitto,
con turpitudini, nefandezze ineguagliabili
e con la corruzione, portarono la chiesa
a compiere gli orrori più grandi.
Loro alleata,oltre che il pugnale,
è la consorella velenosa la “condorella”,
rovina e maledizione per i Borgia.

Leopold Persidi Roma.30-07.2005

*Famiglia di origine aragonese-Spagna.

 
ETEREO

Lieve e profumato come un fiore,
dolce, innocente come un bambino,
leggero come rugiada del mattino,
delicato piacevole raffinato;
“deiscente” come frutto maturo
che si apre spontaneamente.
Garbato,sensibile,raffinato,gradito,
etereo angelo del paradiso
che mai si mostra,
ma un alito di vento avverte
l’essenza della sua presenza.

Leopold Persidi Roma. 01-02-2003

 
COLEI CHE FU *

Spargere i petali di rose sopra le cose care
di colei che se ne andata.
Gesto delicato,dolce,in memoria di colei che fu.
Aleggia l’aria di profumo e c’inebria di ricordi.
Oh dignitosa creatura che ormai taci
in sereno sonno della beatitudine.
La stagione di un freddo e piovoso inferno
ti ha portato via.
Vane erano state le speranze e tu sapevi,
in silenzio ti sei spenta,
lasciando il vuoto e il pianto
a quelli che ti conoscevano
con un mesto sorriso dell’addio
si raro fiore.
Candita anima che ti elevi in cielo
e dall’alto scruti l’orizzonte.

Leopold Persidi Roma. 24-12-2002

*Fanciulla morta di TBC nel 1800

 
LABORATORI
DI VIVISEZIONE

Si sentono i guaiti di dolore,
si avverte la disperazione dolorosa
dei devocalizzati.
Torture,malvagità,angoscia,
inflitte a povere creature,
da esseri spregevoli psicopatici.
Vorrei tanto che questi demoni
fossero isolati in luoghi angusti
e lasciati disperare
in mezzo ai loro stessi escrementi.
Poi prenderli e torturarli
nelle stesse ferite aperte e infette;
vederli morire dopo dolori terribili.
Mostri che infliggete tanto dolore
di agonie infinite,sofferenze insensate;
folli dall’anima sporca,
dalla ragione sconnessa,
dai sentimenti persi.
Nascondete visioni infernali,atroci,
di martiri che muoiono in silenzio
nell’estremo dolore.
Non sarete mai perdonati!per i tormenti
che avete inflitti ai poveri disperati indifesi;
sarete perseguitati dalle suppliche
e dall’urlo disperato degli innocenti.

Leopold Persidi Roma. 06-03-2005

 
VELO DI CARITA’

C’è chi si appresta,dopo lunghi affanni,
a rimpiangere i momenti felici,
e chi maledice tutto,poiché non li ha mai avuti.
Miserevole stato della vita
che ha cambiato luogo,tempo e persona
ove la fortuna doveva posarsi.
Il duolo di chi riceve tutte le contrarietà
volutamente, rimane soffocato,
poiché nessuno lo senti,nessuno l’ascolti.
E’ un mondo paludoso e perverso
pieno d’intrighi e inganni;
emergono la perfidia,la cattiveria,
le virtù restano emarginate
e il dolore è di coloro che soffrono.
Tutto muore con loro,
riscattati da un lieve velo di carità.
Allora prostrati, passa come un soffio di vento
su tutti gli inginocchiati,
tutte le teste si chinano sino a terra,
tutte le labbra baciano il freddo marmo.
Concediamo ai morti di liberarci dall’angoscia.

Leopold Persidi Roma. 22-10-2002

 
Immagini

Nessuno ambisce a tenermi compagnia,
poiché anche se il mio corpo è in terra
la mia anima risiede in cielo.
Fatti e immagini perdute nel tempo.
Sono accanto a coloro che soffrono,
mi avvicino sempre di più
al dolore e alla sofferenza.
A volte mi sento solo,disadorno e spoglio,
tale è lo scoramento
da sentire piangere l'anima;
affranta dalle afflizioni che ci riservano i dì.

Leopold Persidi Roma.18-02-2005

 
OFFESE

L’umanità piange per gl’insulti,
i torti e le offese subite.
A chi chiedere di placare il dolore,
o di non vivere più in questo inferno,
in questa discarica!
C’ è inferno forse peggiore?
E’ un mondo che travolge e consuma,
crudele,spietato,ove l’uno mangia l’altro.
E’ una visione tragica ,non ci sono equivoci,
che rivela tutta la drammatica verità.
La profondità spesso è in superficie.
Quanta gente infida,astuta e senza scrupoli,
in questo i nostri amici animali non ci somigliano.

Leopold Persidi Roma.26-06-2003

 
SONO QUI’

Quando gli affanni ti aggrediscono
e diventano più subdoli,più spietati
pieni di menzogne,inganni,
le sofferenze indicibili,continue, letali;
si sa quel che succede,non quel che succederà
si va incontro all’ignoto…
I vivi non vogliono sapere,ignorano
queste mie spontanee e profetiche visioni,
i morti non sapranno non possono,
tacciono annullati come sono, non più temono
per loro, per sempre, s’è spenta la paura.
E incappi in un regno pieno di vermi,di spazzatura,
non conviene esser sobri,ma ubriachi,
per sfuggire all’immondo spietato senza sogni.
Meglio essere ignorato,considerato un rifiuto
in mezzo a i rifiuti, darsi per morto o disperso,
per non più piangere,per non più soffrire.
Oh senno sconsiderato!
M’ interpongo tra le miserie e la morte,
come compagno ho un destino beffardo,
una vita semplice, forse inutile senza senso,
piena di amare sorprese,
ma carica d’ immensa gioia.
Sono qui per combattere le brutture del presente
e testimoniare le nefandezze del passato,
quando uomini come me e i loro piccoli figli,
venivano perseguitati,torturati sino alla morte,
bruciati vivi perché ritenuti demoni,
o in combutta con le streghe.
Orrendi,nefasti complessi dell’uomo!

Leopold Persidi Roma. 02-07-2004

 
“La Morte Civile di un Popolo”

Chiacchieroni, scioperanti,contestatori,
violenti,inconcludenti,invidiosi.
Urlatori sconsiderati, politici inattendibili,
pallonari,truffatori,invidiosi,scellerati.
Un popolo di viziosi, di stupratori,
di serial-killer, malati,malfattori,
bugiardi arruffapopoli,imbroglioni.
Schiere di menti malate
affette da demenza precoce.
Gli individui che muovono le leve
nella società, non sono che feccia.
Emergono,bacchettoni,spretati,
allarmisti,falsi profeti;
è il paradiso per questa gentaglia…
chi non è simile a loro fugge, ma dove?
Giovani deviati, nulla facenti, viziati,
corrotti, demotivati, drogati.
E’ solo una facciata che si presenta
al cospetto,all’assemblea
di una società globale,in rotta,
alla deriva…
Non c’è metodo,modo o medicina,
di fermare e cambiare gli eventi.
Il poco bene che c’è, rappresenta
“il demerito”coinvolto e travolto.

Leopold Persidi Roma.14-09-2003

 
BENVENUTI

Benvenuti a questo mondo,restateci!
Marcite, gioite, gloriatevi…
Tutto vi è permesso,nulla vi è negato.
Basta avere la fortuna dalla vostra parte.
Gracchiate, sorridete,piangete,
a secondo la sorte.
C’è poi chi pianifica tutto,non sperate,
vivete, abbandonatevi al destino…
se nemico,ribellatevi con tutte le vostre forze.
Ma quando vien la fine,tutti piangete,
è l’ora di fare i conti,non avete scampo,
non giova fuggire,tutto si conclude,
tutto finisce.
E’ oblio per quelli che se ne vanno,
è oblio per quelli che non son venuti.
Tacete gente non dite nulla,
è calato il sipario,rispettate il silenzio.
Oh sonno ingannatore vieni presto,
non lasciarci in questa miserevole vita.
Fortunati coloro che non sono più,
felice sorte di quelli che non sono nati,
dispersi nei meandri del mistero.
Felici loro.
Leopold Persidi Roma.03-09-2003

 
STOLTI

Non potete comprare la mia anima
non è merce di scambio…
Non potete togliermi la gioia,
la mia solitudine definitiva.
Cosa volete ancora sottrarmi
con forza e con inganno;
non basta la mia sopportazione
al dolore che m’infliggete?
Stolti ingannatori mi avete tolto tutto!
Concezioni errate, considerazioni
distorte, visioni allucinanti delle cose,
che si considerano giuste e valide.
Oh cielo apriti e scatena le tue ire
contro i miei persecutori;
non dargli scampo e flagellali
come loro hanno fatto con me.
Si rivelano tutte le vibrazioni
e le sofferenze del mio animo.
Sto rubando il tempo che non ho,
per aiutare i figli del dolore,
dal flagello del signore delle mosche belzebù;
come esule in mezzo ad un covo di nemici,
corrotti e spietati senza scrupoli.

Leopold Persidi Roma.06-06.2004

 
SORTE

Accanita,impietosa sempre ti mostri
verso questi miei piccoli amici.
Rapida come folgore ti abbatti,
contro questi poveri sventurati,
ratta, poi prendi e li porti via esamini.
Oh infelice esistenza che tutti ci accomuna,
veder loro gemere nella sofferenza,
porta via con loro l’anima che si strazia.
E’ come sentire piangere un bambino
immerso nel dolore e di non poter far nulla.
Vederli esalare l’ultimo respiro
e cercare invano di portar conforto,
sento partire, di morir con loro,così
sconvolto mi rattristo e poi
come tempesta mi placo;
non rimane che piangere.
Consolazione,non soffrono più,
dormono per sempre…
Dispregiata sorte maligna.

Leopold Persidi Roma 03-07-2003

 
NON CI SEI PIU’

Non ho incontrato mai persona pia
così gioiosa e dal cuor gentile
se non quella che ormai riposa,
poiché il mondo non faceva per lei.
Si librava solerte e flessuosa
volava lieve come una farfalla,
si posava con amor pietosa,
per portar conforto agli infelici.
La spuria sorte non gli fu benigna
e come un battito di ciglia,
l’impietosa morte la portò via.
E’ morta la gentilezza, la pietà
è morta l’anima,
lo splendore della giovinezza.
Tu che avevi la pietà per gli altri,
nessuno fu pietoso verso di te.

Leopold Persidi Roma.03-07-2003

 
CALIGOLA*

Corpo enorme,alto,gambe e collo gracilissimi,
tempie strette,occhi incavati,
calva la sommità della testa,
il resto peloso come una capra.
Viveva senza serenità,non dormiva,
salute mentale e fisica squilibrata.
Notti insonni turbate da strane visioni,
osò nella sua pazzia stravacante
indossare la corazza di Alessandro Magno
che aveva fatta togliere dal suo sepolcreto.
Monarca assoluto,dispotico,feroce sanguinario
pretendeva che alla sua persona
venissero tributati onori divini.
Dissoluto,
designò a console il suo cavallo
sperperò il tesoro imperiale
gravò il popolo di tasse e colpì
i membri più in vista dell’aristocrazia.
Nella sua pazzia sanguinaria
espresse,l’augurio,che il popolo romano
avesse un’unica testa per tagliarla
in un solo colpo.
Follia durevole,fin quando il Tribuno Gherea,
ordita una congiura giustificata,
da tempo sospirata ed attesa non lo uccise.
Il nome di Caligola , per decisione del senato,
fu radiato dall’elenco degl’ Imperatori.
Con favore entusiastico
fu acclamato Imperatore dai soldati e dal popolo
per il suo fascino personale e col ricordo
sempre presente dei meriti paterni.*
Cambiò per follia e fu la sua rovina!
Guastato nella mente,forse,
dalle orge giovanili e rilassatezze
nella corte di Tiberio,o grave malattia
che gli ottenebrò le facoltà mentali.
Dapprima liberale ed avveduto,
mutò in dispotico,avventato in stravaganze,
mania di grandezza e crudeltà,teocratico,
con la pretesa di essere adorato come un dio.

Leopold Persidi Roma.21-12-2003

*Caligola 12d.C. 41d.C.
*soprannomi:stivaletto o capra
*padre Germanico, madre Agrippina la Maggiore

 
Roma-07-03-2004.

Popoli Alla Conquista --commento.

Il poeta mette in evidenza,in generale,le conquiste fallaci di alcuni popoli,che partono a sprone battuto,per poi spegnersi,in un fallimento desolante.
E’ la cavalcata nei secoli di popoli,guidati da capi dalle mire espansionistiche e portati poi alla sconfitta…Sconfitte rapide e sconsiderate,che la storia ci descrive;basta ricordare le invasioni barbariche e di altre civiltà evolute,tutte finite nella polvere.
Anche se non è accennato,è chiaro il riferimento al passato e al presente.
Popoli spinti alle conquiste,di altri popoli,di altre terre per le loro miserie interne,o per le false ideologie dei loro capi…La poesia ben rispecchia la cavalcata di queste “onde” che cozzano con altre e poi s’infrangono…Condottieri che sventatamente non hanno fatto tesoro della storia,vogliono essere dei protagonisti,spinti alla conquista,poiché non sanno risolvere le lacerazioni ,che poi esplodono,interne ai loro popoli.
Anche se “la brama e l’impulso della conquista si ripete” “l’espansione stessa decreta la loro fine”…E’ la sconfitta che cancella le lotte e le tempeste,rimangono soltanto miserie venute da lontano.

Leopold Persidi

 
Umiliato e Offeso

Da coloro che si spacciano per dotti, vengo snobbato., ’ dagl’ignoranti escluso emarginato, vi sarà qualcuno che mi considera? A qual fine sarà sincero? O che boccone amaro, quel che doveva esser dolce. Umiliato nell'intimo dalla bieca perfidia dei dotti,
dalla palese cattiveria degli ignoranti
quel che più mi turba e mi offende
è la loro nullità, che pur vero,
in questo mondo conta .

Leopold Persidi Roma.17-06-2002


Sogno e Realtà

I tormenti vengono la sera,come pipistrelli,
e fugaci se ne vanno all’alba.
La notte si presenta,con sogni nebulosi pieni d’angoscia.
Tutto fa parte della vita,anche l’apparente morte.
Forse ci sono sogni gioiosi della durata d’un soffio
e lievi come una carezza,
poi si distruggono perennemente
al lievitar del giorno.
Sogno e realtà,una difficile esistenza
Che ci mette perpetuamente alla prova.

Leopold Persidi Roma-16-6-2002

Saturday, January 14, 2006

 
SUBIRE

Una delle cose impellenti:E’ vomitare,
l’altra è espletare.Che puzza! Questo siamo!
Vette alte paradisiache dell’inconscio,
o sprofondamento abissale nell’inferno?
Cogliere l’attimo della nostra umana sostanza
e l’essenza del nostro spirito…
Abbiamo dentro di noi l’infinito
anche se il nostro corpo è disfatto e decadente.
Ci tormentiamo cercando i segreti dell’anima,
e non sappiamo quando dolore
dovremo ancora sopportare.
Per tutto quello ch’io dico,
sono ignorato e fuggitivo.
Comprare il futuro,
senza portar via il futuro degli altri.
Per causa della vostra devozione,
si devono subire tante sofferenze.
Un delirio di pace senza tempo,
in mezzo agli affanni burrascosi trascorsi,
ho trovato la forza creativa.
La mia vita rientra nelle tenebre
e solo rari ricordi mi portano gioia.
Come possono esistere persone
piene di tanta crudeltà,
autori di crimini perversi.
Sian costretti assoggettarsi ad esse
senza avere la possibilità di disintegrarle.
Subire, subire, subire,sottostare ai rapaci.

Leopold Persidi Roma.14-09-2003

 
SOCRATE e GESU’

Socrate non fu quel vecchio
e sapiente signore,
condannato a morte, a bere la cicuta,
per non aver commesso nulla!
Gesù, per nulla aver commesso!
Fu suppliziato e messo in croce.
Sciagurati uomini!!!
Or dell’uno la saggezza ricordate,
l’altro lo pregate e supplicate.
Vergogna!!!
Leopold Persidi Roma.12-09-2003


PROCESSO a SOCRATE *

In chi lo ascolta
s’infonde un brivido di spavento
una pietà piena di lacrime
un rimpianto di cose perdute proclive al dolore,
onde l’anima patisce a causa delle parole,
un suo proprio patema innanzi
a liete ed avverse vicende
di fatti e di persone estranee.
Il cielo sembrava che volesse portarsi via
un po’ di terra con tutti gli astanti.
Non c’è commiserazione ma,
solo accettazione di soccombere
all’assalto di chi gli ha fatto del male.
Sottostare alle inique leggi della tua Atene,
ti abbandonasti alla morte
con tristezza e serenità.
“Non piangete per me che me ne vado,
ma per voi che rimanete”.
E portò via con se il cuore e l’anima
dei suoi discepoli.
I molti presenti rimasero storditi, confusi,
altri gioirono ,altri ancora
si contorsero nell’intimo per il rimorso.
Molti rimasero ammutoliti,alcuni piansero,
altri consumarono in silenzio la loro vergogna;
ancora alcuni ebbero pietà di quest’uomo saggio,
poiché capirono che con lui era morta la verità.
Sapiente uomo condannato a morte
a bere la cicuta,per nulla aver commesso.
Oh uomini ricordate di lui la saggezza!
Per amor di verità!
Leopold Persidi Roma.28-10-2002

* Atene - Inverno 399 a.C.

 
POPOLI alla CONQUISTA

La dove nascono tutte le tempeste
e portano fine alla vita.
La dove nascono tutte le miserie
e i dolori della vita.
La dove il fermento abita
in perenne conflitto con la pace
per poi espandersi come un’onda d’urto fermarsi e consumarsi disfatto,
da un’altra onda contraria.
Mistero di quei popoli votati alla conquista,
irrompono,si schiantano e poi svaniscono.
La storia non è a loro maestra,
la brama,l’impulso della conquista,
si ripete all’infinito.
Si dilaga, l’espansione stessa è la loro fine.
Partono con sprone
suonando le trombe del giudizio,
per poi “ratte”suonare, quelle di latta.
E’ la sconfitta!
Così a quel popolo si cancella per sempre
la sua velleità.
Leopold Persidi Roma. 30- 12-2002

 
Preghiera Alla Morte.

Agguantali morte questi uomini inutili,
meschini,insignificanti.
Tieni ben stretti nelle tue grinfie gl'infami,
i crudeli, i seviziatori;
non risparmiare gl’ iniqui,gl’ indifferenti,
gl' ingiusti, gli oziosi.
Ma tu morte sii misericordiosa,verso i più deboli,
gl'indifesi,i miseri e tutti quelli che in vita,
hanno donato tanto amore.
Non dimenticare gl’ infelici, gli umiliati, gli offesi
gli oppressi,gli affamati,i semplici e gl’innocenti.
Abbi riguardo per loro,Morte.
Leopold Persidi.Roma.01-05-2001


Vana Speranza

Cristo nuovamente in croce
e bere la cicuta come Socrate;
cosi sento tutto il loro dolore.
vana è la speranza di salvarsi,
quando i malvagi sono presso di te,contro.
A nulla valgono i miracoli e la saggezza
sei come preda e come tale afflitto
Immondi esseri con il dito accusatore
ti condannano senza scampo,
solo soccombi e muori.
Leopold Persidi.Roma.07-10-2002

Un Mio Simile

Ho cercato un mio simile
e mi sento più solo di prima
l'ò cercato invano,e lui invano mi cerca,
non c'incontreremo mai,
cosi ci sentiremo sempre più soli.
Soli nella nostra solitudine, per l'eterno.
Leopold Persidi Roma.07-10-2002

 
Le guerre delle due Rose:York e Lancester.

La battaglia di Bosworth.(22-8-1485)

Spietata battaglia
quando si è deciso di non far prigionieri.
I cadaveri dei morti,tenevano in piedi
quelli che combattevano.
Si fa scudo,muro contro muro,
dei soldati caduti.
Si lotta per il nome della casata,
si pugna senza pietà in un mare di sangue.
Sporchi,laceri,sozzi dello stesso;
feriti che emergono senza aver scampo;
urla di ferocia,di dolore e spasimi,
ove troneggia la non pietà truculenta.
Nessuno è risparmiato sino alla fine,
di una delle due parti sconfitta;
l’altra furiosa ancor scagliata,
con urla consuma tutto l’olocausto.
E’ la fine!
Spietata rivalità tramutata in vendetta.
Tutto si è giocato,tutto si è rischiato,
tutto si è perduto per una brutale faziosità.
Qui non si è vista la pietà
Ne la sorella misericordia
Ma solo spietatezza di parte.

Leopold Persidi ( Roma-10-07-2003)

 
NEL RIPOSO

Non sorgerà più il sole,
si addensano le ombre del crepuscolo
e quando verrà, non mi accorgerò di esser morto.
La terra mi sia lieve nel riposo eterno.
Non lo sia per colui,fautor e autor di tanto male.
il senza cuore e coscienza. Bugiarda lapide.

Leopold Persidi.(Roma-09-10-2002)

 
NON MENTIRE

Non mentire al tuo cuore,
come si può passare l’eternità da soli
per non dire la verità…
Di fronte al nostro cuore siamo tutti bugiardi.
In un mondo di bugie ,
niente è più pericoloso della verità;
torna utile la sfacciata menzogna…
Mentire, sfacciatamente mentire,
celare, nascondere, spudoratamente
con sfrontatezza giurare il falso.
In un groviglio di umane bassezze,
quante cose sono andate perdute…
Premonizioni del destino,che
si rivelano puntualmente.
L’inferno è di nuovo con noi
con tutto il carico delle sofferenze…
Delusioni,amarezze, sconfitte,
sopportazioni inique; fino a quando
il nostro animo tormentato sarà
liberato dal peso della vergogna?
Non perdete la speranza!
C’è con noi una Madonna trasognata,
se pur ci troviamo in compagnia
della meretrice di Babilonia.
Oh Madre Addolorata piena di pianto
versate sulle piaghe di tuo figlio,
pietosa,affranta, sotto il peso del dolore
Madre prima di esser donna,che
sei tornata a portar consolazione
ha forse un colore la tua anima diafana,
Tu che ascesa sei in Paradiso…
Anima non vidi mai così pietosa
Venire dall’Eccelso a por fine alle miserie
e che tutto perdoni supplicando Tuo Figlio
speranza dei miseri.

Leopold Persidi Roma.15-04-2003

 
LIBERTA’

Non c’è che questa misera vita
risvegliatevi dal sopore
e combattete per la libertà.
Non rimanete schiavi,
la fortuna, forse,si è posata su di voi audaci.
Liberatevi dalle paure,dalle miserie
e lottate come uomini liberi,
come coloro che non hanno perso patria e onore.
Turbate il sonno dei prepotenti,
cancellate chi vi ha umiliato,
aiutate chi ha sofferto come voi,
ma non siate spietati,poi,con i vinti.
Lato oscuro dell’animo umano
che trova piacere nella distruzione,
compassione e immensa tristezza.

Leopold Persidi Roma.15-04-2003

 
LE NOSTRE COLPE

Basterà la pioggia a lavare tutte le nostre colpe?
Resterà pelle sulle nostre mani,
a forza di battere il petto?
Ci saranno più lacrime sui nostri occhi,
a forza di piangere?
Ci saranno ancora santuari della penitenza
per prostrarci in ginocchio,
con le ceneri sul capo,per poi risciacquarsi
e togliere le nostre lordure?
O tutto questo a noi non ci riguarda
poiché ci si crede, estranei ai fatti,
al fallo,al torto, al delitto!
Infamante,scellerata,imperdonabile
colpa dell’alterigia!
Dolersi,addolorarsi,confessare,espiare,
poi pentirsi, perdonarsi,annullarsi.
Liberarsi dal peso
delle nostre coscienze spurie,
librarsi leggeri verso luoghi sereni
dove le anime sognano e riposano.
Siti sublimi che appartengono ai sogni,
che la realtà uccide.
Vivere,esistere,dormire,sognare
per non disperare,
piangersi , gioire, sperare.

Leopold Persidi Roma.09-10-2003

 
L’Agnello Immolato

Dolci occhi pietosi che ispirano tenerezza
delicata creatura, che gli uomini malvagi
hanno deciso di riservarti,una morte cruenta.
E’ straziante la paura,il tormento,il grido di dolore
quando le tue membra
vengono colpite e lacerate,dal tuo carnefice.
Una pena mi pervade,
un sentimento di profonda sofferenza dell’animo.
Il mio dolore diventa eterno
poiché infinito è il rinnovarsi dello strazio
per queste povere creature.
Allora mi viene strappata l’anima
e mi sento come nudo.
Un vuoto accorato mi trafigge,
accasciato,amareggiato,afflitto,
porto con me tutto il dolore,
tutte le pene di questi innocenti figli.

Leopold Persidi ( ROMA-17-03-2003)

 
L A P E S TE

Nasceva dove nascevano
tutte le guerre e le conquiste.
Si diffondeva,
la temevano i grandi della terra.
Le donne ne avevano terrore.
I padri seppellivano i loro figli,
a loro volta venivano seppelliti.
Si vendevano l’anima
pur di non esserne toccati .
Un contratto con la morte di non ritorno.
Viaggia e si diffonde:Cina, India,
lambendo il Nord Africa,l’Europa:Qui s’immolano
per diversa fede,per stato deforme,
per diverso pensiero e visione;
esseri che nulla hanno a che fare,
con l’odioso morbo…
Qui gli animi si perdono e muoiono.

Leopold Persidi ( Roma-29-12-2002)

 
LA BATTAGLIA DI FIESOLE (62.a.C.)
SCONFITTA E MORTE DI CATELINA

Catilina si gettò nella mischia
e fu tra i primi a cadere.
Nella battaglia,
un frastuono di metalli e di rumori
grida di dolore e pianti;
e poi letizia, pietà, mestizia ,
contentezza,disprezzo e gran gioia;
cosi gli animi si mostrano agli eventi ,
pietosi e cruenti i una tragedia infinita.
I morti tacciono,
soggiacciono e non ascoltano
per loro la battaglia della vita,
è finita per sempre.
Inevitabili.
Eterni conflitti,spietate battaglie.
Frastuoni assordanti,temibili silenzi.
Tutti insieme o alterni gli eventi,
sono soggetti al fato.
Così vanno le cose
Immutabili,immodificabili avvengono.

Leopold Persidi. Roma-17-05-2002

 
I SENZA PATRIA

Uomini senza Patria e senza onore,
ne dignità, ne speranza;
immersi nella miseria,nella paura
soggetti allo scherno, all’alterigia.
Questo è lo stato in cui riversa
chi non è libero ed è sconfitto.
Sperpero,ostentazione delle ricchezze,
spregiudicato oltraggio alla povertà.
Ne amore, ne compassione
per i miseri perdenti,dalle battaglie
e dalle guerre della vita.
Deliri funesti d’insane menti
torvi pensieri,concetti errati,
che gravano su chi è ,in terra caduto.
Allora ben venuta sia la morte liberatrice,
non si abbia paura dell’eterno sonno
sereno oblio e spiaggia di approdo per tutti.
Nulla ricordiamo,
non c’è memoria di noi dopo la morte.

Leopold Persidi Roma.15-04-2003

 
E’ PASQUA

Sogno un mondo senza guerre
Sogno una Pasqua di Resurrezione
Senza lo sterminio di massa , consapevole,
Di miliardi di poveri animali.
Senza l’olocausto,di milioni d’ innocenti immolati
Mi desto e vedo,ch’è stato soltanto un sogno,
la realtà è più spietata , più cruda.
Allora mi sento più colpevole e più affranto
Poiché,poco e nulla ho fatto
Per aiutare queste povere creature.
Eppure ci sono sparuti “Animals’Angels,
che li accompagnano,nell’ultimo viaggio,
verso la morte.
Che immane tragedia.
Piangete gente dall’animo gentile.
Orrore e pietà,mista a vergogna;
veder sozzarsi così i miei simili,di efferate crudeltà.
Un degradante primato senza fine,
ove l’uomo ha perso dignità e senno.

Roma-12-3-2003. Leopold Persidi

 
DEBBO DIRLO

Io debbo dirlo Gesù:
“che sono di nuovo in mezzo a voi,
sono venuto a morire tra voi”
non tra i discepoli,
ma accanto ai miei piccoli figli.
E’ sempre lei a por fine alle angosce,
alle tribolazioni.
Ove le aurore diventano tenebre,
le gioie lacrime,
e i sereni nubi tempestose.
E’ sempre lei con impietoso sortilegio,
a cancellare tutti i conflitti,
le rivalità,le menzogne,
tutte le meschinità,le prepotenze.
O conviene per amor di carità,
per salvare il salvabile,
andare incontro: agli ammalati,
ai sofferenti,ai bisognosi,agli offesi,
emarginati,drogati,alcolizzati,
agli ammalati di tumore e quant’altro…
Abbracciarli,piangere con loro e morire.
La morte è il regno del silenzio.
Aprite per loro il cielo
in tutta la sua ampiezza e profondità.
Poi vivere per sempre,
sognare l’immortalità.
Non è bene distruggere tutto
e diventare re di un cimitero.

Leopold Persidi Roma.23-10-2003

 
BIRMANIA

Ascetica visione di un bonzo nipponico
ricoperto da una veste ormai logora,stracciata
decide di non tornare più a casa,
finché non abbia seppellito,
i suoi compagni caduti.
Nella landa desolata dove la terra è rossa di sangue
un uomo scalzo,lacero, affamato,pieno di piaghe
ripercorre a ritroso i campi di battaglia
per seppellire i suoi compagni caduti.
Segni indelebili della guerra!
Ovunque cadaveri insepolti irriconoscibili,
lacerati dagli avvoltoi,impantanati nelle paludi,
ormai putridi…
Abbandonati nelle foreste, nei fossati,nelle colline,
ove la terra è pietosa, ma il popolo inospitale,
non da sepoltura ai soldati stranieri.
E’ un compito arduo e pietoso di un bonzo
seppellirli…
Uomo sconsolato pieno di misericordia,
che addolcisce la sua amara solitudine,
la sua missione,con il suono malinconico
di un’arpa birmana.
Suona magistralmente e pensa tormentato,
non li può lasciare decomporre
e farli morire di nuovo…Pietà!
Intanto ritornano in patria…e
nella mente dei compagni scampati,col tempo
i morti non lasciano più traccia.
La terra da lui percorsa
non basterà a ricoprire i morti.

Leopold Persidi Roma.12-11-2003

 
TU
Se tieni in serbo tutti i peccati degli uomini,
questi non avranno scampo.
Non sta a me scordare e perdonare,
ma a te solo spetta,che sei il loro creatore.
Tu già sapevi le nefandezze,le cattiverie,
le crudeltà che quest’essere è capace;
se,< il mostruoso> ,fa e disfà,
artefice del proprio vivere libero,
tu a cosa servi?
Io non ti credo,non ti seguo,
non dai segno di cambiar le cose,
che restano immutate;sei sempre manchevole.
Con tutto il male che in terra si consuma
resta un patto tra te e quelli che ti credono
e per la fede, iniqua, creano gran danno.
Sii sincero mostrati!…
e di a coloro che ti credono che non esisti,
ma se non esisti chi lo dirà a loro?
Siamo immersi tutti nel fango del male,
chi mai ci potrà salvare?

Leopold Persidi Roma.20-07-2002

 
SOGNO e REALTA’

I tormenti vengono la sera come pipistrelli
e fugaci se ne vanno all’alba.
La notte si presenta con sogni nebulosi,
pieni d’angoscia.
Tutto fa parte della vita anche l’apparente morte.
Forse ci sono sogni gioiosi della durata di un giorno
lievi come una carezza,che poi si distruggono,
perennemente, al lievitar del giorno.
Sogno e realtà,una difficile esistenza,
che ci mette continuamente alla prova.
Ma quando viene tutto intorno si spegne,
è il buio più completo,assoluto, è il vuoto.
Non esiste più tempo, spazio,notte,giorno,
non più colori o bianco e nero.
Non più profumi,odori sgradevoli;
non più sentimento,ragione, freddo, fame,
miseria, ricchezza,fortuna,scalogna;
ne essere vestito,ne ignudo,ne ira, ne odio,
ne perdono,ne pietà,ne misericordia;
ne guerra,ne pace,ne verità,ne menzogna,
ne buoni,ne cattivi,ne angeli ne demoni;
tutto si dissolve in nulla,siamo sotto lo stesso cielo.

Leopold Persidi Roma.24-08-2005

 
CONDANNATI

Fuggire,soffrire,subire,
aver terrore della morte!
Vivisezione,mattazione,
maltrattamenti,abbandoni.
Malattie,fame, freddo,paure,
condannati senza scampo
in una lunga via della sofferenza,
in lenta agonia che termina
in un tunnel degli orrori.
Ecco l’uomo venuto dal nulla che scatena
la sua violenta aggressività sui più deboli.
Instabilità,inquietudine,angoscia,
un diabolico errore di molti uomini
che non hanno rispetto e compassione
e decidono, cinicamente, a piacimento
la tragica sorte di altri esseri.
Indifferenti alle sofferenze,
per tutto il male che abbiamo fatto
e che facciamo,possiamo mai esser perdonati
dalle creature che hanno gridato e pianto
lacerati dal dolore?No!!!
E’ la vergognosa infamia che ci bolla,
ad espiare restiamo tutti soli
in un’angoscia che ci attanaglia, ci mortifica
e ci costringe a morire avvinghiati
tra le nostre braccia.

Leopold Persidi Roma.19-03-2004

 
ELISABETTA I *

Sono circondata da uomini scaltri senz’anima,
leggo nei loro sguardi la menzogna;
per causa loro,precarie sono le tregue
tra le nazioni amiche,ma so di certo
di avere una sola patria,
e chi va in collera ha già perduto.
Il mio trono è un cesto di vipere
che tramano e sputano veleno;
con sicurezza,
alcuni di loro,non moriranno felici.
E’ triste e doloroso perdere un amico,
che in realtà io non ho,
non c’è speranza alcuna di rivederlo un giorno;
ingeneroso fato che mieti tutte le sconfitte
e come avvoltoio aspetti.
Anche se il mio cuore (forse l’amavo)
deve scendere sulla tomba con lui, *
non lo manderò a chiamare.
Della mia bellezza,
non è rimasta che una maschera amara;
non uso più lo specchio per guardarmi
e per non vedere che il tempo inclemente è passato;
ove si affollano severi ricordi
della mia responsabilità.
Il ritegno fu più forte in me,di ogni delizia.
Resto “Virginia”,non ho voluto mai sposarmi.

Leopold Persidi Roma. 20.04.2003

*Elisabetta I d’Inghilterra e d’Irlanda
N.1533 M.1603
*Il Conte d’Essex (suo amante)

 
IMMAGINI
POVERTA’ ESTREMA

Umili stracci che s’inginocchiano
e implorano la carità alla ricchezza generosa,
che a volte anche se viziata,la elargisce
con spontaneità e dignità elevata.
E’ un atto sincero,non forzato,
un atto vero non mistificatore.
Vivono in povertà estrema,
gli hanno tolto persino il giaciglio;
lasciati a marcire nella miseria.
Hanno bisogno soltanto del superfluo,
che altri in abbondanza scialacquano .
Raramente si vede,l’aspettano,
che passi presso di loro la misericordia;
così rara e preziosa virtù degli animi nobili.
Pochi sono quelli che la posseggono
e molti coloro che l’aspettano invano.
Impantanati nelle miserie della vita,
infelici,sventurati in scarsità e carestia;
sono esposti alla meschinità,alla grettezza,
che piange,ipocritamente,miseria.
Non suscitano sentimento di compassione,
così i miseri lasciati a languire mancano di forze,
si consumano,si distruggono
nella quasi totale indifferenza.

Leopold Persidi Roma. 20-02-2004

 
L’ALLODOLA

Ed ecco l’alba,l’allodole migratorie
si alzano in volo per salutar la luce,
cantano gioiose,quasi sfinite,
sino al calar del sole.
Temono le tenebre misteriose,
“alleate degli amanti”.
Ci sono delle vite che si spengono al tramonto
e si riaccendono in un alba celestiale,
perché vissute in umile semplicità.
Così l’allodola, si risveglia in letizia,
come il poverello che le amava,
e vola libera, ogni dì, in cielo vicino agli angeli.
Forse compete con l’usignolo,
dal canto dolce,melodioso,
piccolo principe della luce e della notte,
il succedersi dei giorni a salutare le albe.
Allodola- Alauda Arvensis-granivora.
Anche nell’accanito “perseguire dell’uomo”,
il trillo armonioso di questo piccolo uccello,
riempie l’aria e le campagne circostanti
si da sembrare che i dì siano sempre solenni.

Leopold Persidi Roma.14-07-2005

 
Carnefici

Ogni animale,nel supplizio, grida il suo dolore,
sciagurati carnefici che lacerate le carni
e provocate strazio.
I senza animo,i senza cuore;
privi di sentimenti,i senza pietà.
Scellerati,immondi,sottospecie umana;
infami killer,prezzolati alla giornata,
che uccidete e riducete a brandelli,
le straziate membra dei miseri.
Balordi assassini senza scrupoli,
che vendete la vostra misericordia
per soddisfare bocche fameliche insaziabili;
mostri anch’essi,vostri complici.
Boia,molti giorni della tua vita,senza rimorso,
aspetti la vittima scanni o spari;
tranquillo te ne infischi,crudele!
E poi avanti un’altra,un’altra ancora,
è soltanto il tuo mestiere carnefice!
Sazi le bocche dei golosi,lussuriosi,ipocriti.
Loro non vogliono sapere,
pur di dedicarsi alla scelta,
di che pezzo o parte mangiare.
Obbrobrio tra gli obbrobri,
disonorevole , orribile vergogna!!!
Non ci sarà pace se perpetueremo lo sterminio,
non ci sarà speranza per noi, innocenti o colpevoli.

Nell’ora della messa cantata
le campane si scatenano;
chiamano a raccolta le anime dannate.
E’ quel gregge,che accorre,
che a pranzo fa scempio del vero gregge.
L’officiante,ancor più colpevole,benedice:
“andate in pace”le anime tornano a casa,
monde e contente senza ritegno o pudore;
la tavola imbandita,si cibano di creature
che non gli hanno fatto mai del male.
A pranzo le bocche insaziabili,
saranno lorde e piene di sangue.

Leopold Persidi Roma. 31-05-2003

 
IL NOSTRO AFFETTO

Non si può sopprimere il nostro affetto
anche se siamo immersi
nella tragedia tutti i dì.
I nostri sentimenti sono figli del cuore
anche quando sono messi a dura prova
dalle drammatiche vicissitudini della vita.
Quando gli eventi c’incalzano
e non ci danno tregua,
vibriamo,tremiamo dalle emozioni
e come d’incanto sopportiamo
il travagliato passaggio verso la morte;
con riversa pietà ci confortiamo bagnati di pianto.
Gli angeli a noi cari ci hanno lasciati,
non fanno ritorno in questa valle lacrimosa,
soffrono le nostre anime inquiete
consolate da una falsa pace.

Leopold Persidi Roma.20-03-2003


TUTTI I GIORNI

Tutti i giorni a contatto con la morte,
che fardello pesante,che croce.
E’un sentiero comune a tutti,che voi ignorate,
finche non sarete coinvolti
e poi di nuovo, labili come siete,
presto, scioccamente, dimenticate
quel ch’è letale e presente tutti i dì.
La guardo, la sento,soffro lo spavento
dei miei affini, ma non mi fa paura.
Accompagno con sentimento di pietà
i miei piccoli amici e li consegno
con rispettoso atto estremo alla misericordia.
E’ la fine,l’animo mio non si da pace,
sono travolto da forti emozioni di dolore,
sconvolto,quando assisto alla loro dipartita
è più acuta la sofferenza quando si smarriscono
e si dipartono senza di me accanto.
Allora, nel dubbio,l’amore si fa più grande
e la pietà si prende l’anima mia che piange
senza pace.

Leopold Perisidi Roma. 29-03-2003

 
La Ballata della Morte

Voglio strapparvi l’anima dal corpo
e portarla via con me nella tomba;
io sono il flagello dei viventi
posso aver pietà per alcuni
non misericordia per altri.
Sono irosa perché non posso
portarvi via qualcosa che non c’è,
ma diabolicamente contenta poiché,
posso cogliere il marciume
che puzza, il vostro corpo.
Sono in compagnia con l’orrido,
baldanzosa, inquieta e ballo
con le streghe della notte
mie compagne di sventura
in un orgia di sangue;
in una tempesta di tristi eventi.
Ballate streghe ballate e poi sorpresa,
vi porterò via con me;
non ho fretta,aspetto son sempre vigile,
attenta in una infallibile attesa.
Chi è in collera con me e mi sfida è già perduto.
Non m’interessa chi siete
io la faccio da padrona,vengo a piacer mio
quando voglio e quando posso comodamente.
Tanto non fuggirete,siete sotto le mie grinfie;
prima o poi, vi presenterete sconfitti
davanti al mio cospetto;sa che ridere:
“io son quello, io son questo”buffonate!
Le preghiere non sono ascoltate,
tanto meno le menzogne ,le spacconate;
tutto è uguale all’eguale
e quelli che fingono di non accorgersi,
verrò presto a trovarli; parola di morte!

Leopold Persidi Roma.11-12-2002

 
Le Guerre Delle Due Rose:
York e Lancester.

La Battaglia Di Boswort.(22-08-1485)

Qui i morti non seppelliscono i morti,*
chi è travolto viene calpestato ucciso senza pietà.
Nella battaglia si sentono disperate imprecazioni,
urla di odio e di dolore,
frammenti di sofferenza di chi sta morendo;
con essi muore la misericordia.
I vivi che ancora combattono non sanno
cosa sia questa entità.
Le urla salgono sino al cielo,
che piange vedendo la terra lorda di sangue.
Gli acerrimi continuano lo sterminio,
nella lotta vengono calpestati vincitori e vinti
dalla cieca rabbia che non conosce la pietà.
Spaventosa la crudeltà che qui si rappresenta,
che perdura,spietata,ancora nei secoli.

Leopold Persidi Roma.

*Questa cruenta battaglia pone fine alle guerre faziose tra le Due Rose,
con la sconfitta definitiva di una di esse,ove trova la morte Riccardo III

 
SOLTANO che OFFESE*

Che fine hanno fatto i benefici?
Se in cambio si ricevono soltanto che offese!
Coloro che hai fatto partecipi dei tuoi beni,
saranno la tua rovina.
I nemici t’incalzeranno
quando,i rari amici,saranno lontani;
ti troverai da solo,fiaccato e senza fiducia.
Prenderanno te stesso,già spoglio
come preda del delitto.
Esule,privo di mezzi,sommerso dalle sventure,
tutto quello che ti era speranza e consolazione,
tutto quello che ti era amico,s’è fatto nemico.
Oh ingratitudine sciagurata,sorella del delitto.
Non mi risparmi la fuga,l’esilio,la miseria
e tutti questi dolori che mi schiacciano.
Umane vicissitudini…
L’ingiustizia vanifica le virtù
ed esalta il misfatto.
Giustizia corrotta da impudenti elargizioni,
scandalo indecoroso della rapacità.
*Perle scelte
Leopold Persidi Roma.11-11-2003

 
NON POTETE

Non potete comprare la mia anima
non è merce di scambio…
Non potete togliermi la gioia,
la mia solitudine definitiva.
Cosa volete ancora sottrarmi
con forza e con inganno;
non basta la mia sopportazione
al dolore che m’infliggete?
Stolti ingannatori mi avete tolto tutto!
Concezioni errate, considerazioni
distorte, visioni allucinanti delle cose,
che si considerano giuste e valide.
Oh cielo apriti e scatena le tue ire
contro i miei persecutori;
non dargli scampo e flagellali
come loro hanno fatto a me.
Si rivelano tutte le vibrazioni
e le sofferenze del mio animo.
Sto rubando il tempo che non ho,
per aiutare i figli del dolore,
dal flagello del signore delle mosche belzebù;
come esule in mezzo ad un covo di nemici,
corrotti e spietati senza scrupoli.

Leopold Persidi Roma.06-06-2004

 
ERRARE

I saggi imparano dagli errori degli altri,
ma forse non ci sono più,
poiché tutti seguitano ad errare.
Esacerbata sofferenza dei non umani,
inasprita vilmente,esasperata speranza,
immane imperdonabile atto di crudeltà!
Spietatamente eliminati,oltraggiati,torturati;
una realtà che annulla tutte le coscienze,
perché morte, perché non esistono,
o perché mai nate…
del rimorso e della pietà non c’è traccia!
In questo regno non esiste persona per bene,
di fronte alla nostre colpe siamo e restiamo
sempre, inesorabilmente, sconfitti.
Proseguiamo ad elargire
con spregiudicata indifferenza,
o con ipocrita incoscienza,
a sfuggire gli orrori che commettiamo..
Perseguiamo con tormenti e sofferenze,
gli infelici esseri indifesi,i più deboli;
chi non ha modo alcuno di difendersi,
e lo facciamo con zelo,senza scrupoli,
a volte con rabbia,disprezzo e con bestemmie
della lurida feccia esecutrice.
Non siamo che demoni dalle sembianze umane,
diabolici esseri,che non hanno nulla di divino,
è tutta una indegna sozzura.

Leopold Persidi Roma.11-06-2004

 
A PIERA

Delicata espressione della natura,
leggiadra e profumata come un fiore,
sensibile anima che sprigiona amore
immersa dolcemente in soave beatitudine.
Attorno emani un soffuso affetto
per le tue e altre piccole creature…
In simbiosi con le piante,
che sentono le tue amorose cure,
affine a i tuoi piccoli bisognosi di tenerezza,
elargisci amore e piangi
quando vengono a mancare,
ti angosci e disperi,
quando li ghermisce il male.
Elevazione della pace e serena tranquillità…
Estasiata da questo tuo mondo di sogno reale
che ti avvince, sin da poterlo elargire
ad altre anime che ti capiscono
e condividono con te la tua gioia.
Cuore che batte pieno d’intense emozioni,
ove scorre un fluido raro e prezioso,
dedito alle cose create più pure,più belle.
Come “madonna”trasognata vivi in mezzo a noi
con tutti i colori dei tuoi amati fiori
e le tue dolci creature…
Rara anima,capace di affetti profondi…
Principio vitale degli esseri eletti,
tale da rimanerne rapiti,inebriati,estasiati.

Leopold Persidi Roma.12-07-2004

Friday, January 13, 2006

 
PENSIERI - SOGNI

Idee alate dai sogni inesprimibili
varcano i confini dell’eterno
per non tornare più.
Pensieri obliati che si perdono.
Ricordi non più raggiungibili
di un passato dimenticato…
Speranze perdute che s’infrangono,
visioni di un avvenire incerto e tormentato.
Viviamo una realtà infida e spietata,
che non risparmia colpi ad alcuno,
ma come prede scelte sono sempre
gl’ infimi-smarriti,gl’indifesi,i perdenti.
Siamo in balia di mostri spietati,
in mano ad individui dalle menti contorte.

Leopold Persidi Roma.13-06-2004

 
AUGUSTO* *Roma.23-09-63a.C.-Nola.19-08-14d.C.

Placavi al solo vederti i nemici…
Bellissimo,avvenente in tutte l’età,
avevi particolarmente cura
della tua chioma ondulata,ti radevano
e nello stesso tempo tranquillo,scrivevi e leggevi.
Sempre sereno nel parlare e nello stare zitto.
Occhi chiari, lucenti,gioiva quando gli astanti,
che lui fissava abbassavano gli occhi,
come abbagliati,dallo splendore del sole;
dava a credere che c’era in lui una forza divina.
Non più giovane passeggiava,correva saltellava,
avvolto in una coperta…
per rilassare la mente andava a pesca,
giocava a dati,o alle noci con i bambini.
Capacità fatta di calcolo,ardimento
spregiudicatezza,ossequiente alla legalità,
scrupoloso esecutore del testamento di Cesare;
acquistando il favore del popolo,con maestria
impose la sua personalità con fermezza…
In combutta con Antonio e Lepido
con feroci “serie”di vendette e persecuzioni,
annientò gli avversari repubblicani
vittima illustre Cicerone.* *Arpino.106a.C.-Formia.43a.C.
Avevi solo venti anni e permettesti,
di far uccidere il grande e scomodo oratore.
A Filippi* ,al primo scontro Cassio si uccise, *Filippi (Tracia).42a.C
al secondo Bruto…
Vincitore di Antonio ad Azio.* *Azio.02-09-31.a.C.
Meno geniale di Cesare, ma più realistico
comprese la mentalità degli uomini
del suo tempo e tentò solo ciò
che si presentava come cosa possibile.
Abile evitò la rottura con il passato,
il popolo per troppo tempo tribolato
dalle violenze,gli fu grato di aver
ristabilito la pace e l’ordine.
Temperato il suo assolutismo,
anche dall’amicizia e collaborazione
del suo amico Mecenate che giovò
alla causa Augustea,
riverberandola dal prestigio di opere insigni.
La sua opera politica segnò la fine di un regime
di apparente democrazia e di libertà,
si rivelò benefica anche per i suoi avversari.
Essa poneva fine all’anarchia dello stato
e alle guerre civili .Oculatamente
premurosa degli interessi generali,
illuminata idea di umana convivenza
Leopold Persidi Roma.20-02-2004

 
SENTIMENTO

Stato affettivo della coscienza,
modificazione intima dell’animo…
Stima,concetto,sensibilità
positiva o negativa,
inclinazione sentimentale.
Moto emotivo:di gioia, di pietà,
d’igratitùdine,
ma anche di odio e di vendetta.
L’affetto,si nasconde, si prova,
si nutre ,si manifesta.
Coscienza ,consapevolezza,
intima accettazione dei valori etici;
nobili,elevati,buoni, onesti,negativi,
cattivi,volgari,bassi, ignobili.
Sfera affettiva emozionale
contrapposta alla ragione,sensibilità,
disposizione alla commozione,
sconvolge,appaga e fa piangere.
Elevazione dello spirito,
paura o sinistro tormento,che
insinua il dubbio nella mente,
ruba gli affetti,rinnova gli affanni.
Velenoso pensiero che dilania l’anima,
infima insicurezza,disgregazione.

Leopold Persidi Roma.28-08-2003

 
CATARSI-PAZZIA

Lussuriosi, golosi:brucerete all’inferno
cominciando dalla gola…
E’ forse odio,sdegno, pietà,
i sentimenti sono offuscati.
Lo spirito si svigorisce dai giudizi affrettati,
ne derivano,pene, oltraggio, nefandezze,
conservare la dignità,
perdonare, non vendicarsi.
E’ la morte che pone fine agli affanni,
non la disgrazia , non la miseria.
E’ la signora dal mantello nero,
che dissolve le gioie e i dolori.
Lunga contemplazione dell’eternità.
Nessuno sa quel giorno e quell’ora,
neanche gli Angeli del Paradiso,
ma tu sola morte sai
quando scenderanno le tenebre.
Non espiazione del perdono,
ma una “catarsi”di sventure
si abbatterà su tutti noi
e lo stesso Dio si vergognerà
di averci creato. “Pazzia”
E’ un’analisi cruda e veristica,
che rivela un mondo assolutamente negativo

Leopold Persidi Roma.11-11-2003

 
TRIPUDIO DI VOLGARITA’

Emergono odio, ira, superbia,
il furore di uno è il dominio di tutti;
una danza irreale del male
una bolgia infernale di dannati.
Insidie,false promesse,mancato pudore,
gioie effimere, mollezze..
questo è quanto si presenta e si rappresenta
in un tripudio di volgarità.
C’è qualcuno,che sa o crede di conoscere
un mondo migliore, un mondo felice
dove ancora non è morta la gioia?
Vana speranza degli ingenui,
che si apprestano,imminente a dire:
Che la vita è bella! Chiedetelo ai miserabili,
ai rifiuti umani e non, che voi avete creato
con ostentato e falso dire.
Stolti Farisei dalla fede bugiarda,
tacete! Non create altro danno.
Chiedo per i miseri tregua al dolore,
pietà, carità e amore,sollievo
per le loro sofferenze e non mi espongo
volgarmente alle fatue vanità.

Leopold Persidi Roma.30-04-2003

 
Stato D'Animo

La poesia è uno stato d’animo
è quel che mi travolge è quel che m'inquieta
sino alla commozione.
E' uno stato che coinvolge tutto il mio essere,
come cosa dolce e pura.
Si libera l'anima mia da un pesante fardello
e vola leggera per atri siti.
La lotta dei pensieri si placa,
la serenità mi avvolge,
cosi resto puro in una tranquilla pace.
Il mio spirito inquieto si rasserena,
e la gioia resta nel mio cuore
per non lasciarmi più.
Leopold Persidi. (Roma-08-10 2002)

AMOR PROPRIO

Eterni moti dell’amor proprio,
amor di se stessi,
idolatri di se medesimi
e tiranni nei confronti degli altri.
Capace di tutti i contrari,
vive di tutto,vive di niente.
Sa adattarsi alle cose e sa farne a meno,
odia persino se stesso,
si distrugge e si rigenera.
Amor vanesio, tanto da specchiarsi
E non vedersi mai;
la sua immagine è svanita,è nulla!
Leopold Persidi (Roma-06-07-2002)

 
Rivelarsi.

Non rivelare mai
la tua anima e i tuoi sentimenti
non sapranno valutarli,
ti prenderanno per sciocco.
Che beffa esser se stessi e rivelarsi.
Nel giudicarti saranno tiranni,
compiaciuti dello sberleffo nei tuoi confronti.
Che miserie umane, che contorti pensieri,
dannate creature,siete forse nate
per recar danno e afflizione,
a chi è più puro di voi.
Devo io far tacere,
quel che vibra in me e sento?
Vi porgo con sincerità,nel palmo della mano,
il cuore e l'anima spogli, li dono a voi,
che senza ritegno ne fate scempio.
O deleteria sostanza umana,
c'è dell'infido e del marcio in voi,
che regna incontrastato.

Leopold Persidi (Roma-18-07-2002)

 
San Francesco.

Francesco ,tu che hai scelto la via della povertà,
hai parlato agli uccelli, al lupo
hai abbracciato i lebbrosi
e nel silenzio della porziungola,
nella quasi cecità e sofferenza
hai esclamato o sussurrato:
O Signore cosa vuoi da me?
sei il mio Dio "che tutto vuole e nulla mi concede".
Il mio Dio che mi consuma,
nulla è rimasto, se non l 'anima ch'è tua,
prendila e sarò da Te beato.
Leopold Persidi Roma 31-5-2002

Il Pianto dell'Anima.

Avete mai sentito piangere l'anima?
E' un accorato pianto senza lacrime,
ti prostra, ti tormenta,
un'angoscia t'invade e non ti lascia,
piange per sino il pianto
ed udirlo è solo l'anima stessa .
Leopold Persidi Roma 29-5-2002

Sensibilità.

Una sensibilità estrema,
per un estremo mondo in dissoluzione.
Pregiudizi, paure, angosce, sconvolgono gli animi
e mentre quest' ultimi muoiono, rimangono perpetui, i primi
indissolubili, eterni, legati all'uomo ,
ne fanno loro dimora.Che peso, che affanno.
Leopold Persidi Roma 1-6-2002

 
Il DESTINO

Un dolore struggente acerbi fati
Incombono su tutti noi.
Malinconica desolata meditazione
sulla natura umana.
Imperscrutabile misterioso destino,
che a volte ci avvince e ci affascina
perché generoso;
altre volte,violento e furioso
ci terrorizza.
E’ una brutale sopraffazione della fortuna,
che sceglie a dritta o a manca dove posarsi.
Se ingiuriosa pone termine
a tutte le nostre aspirazioni,
soffoca tutte le nostre velleità
soggioga e schiaccia tutte le nostre ribellioni.
Capace d’essere avversa all’uomo più saggio,
più buono,più santo
e renderlo tra i miseri il più infelice,
nella sventura.
Leopold Persidi Roma.04-03-2003

 
La Battaglia di Kadesh (1285 A. C.)

Gli Ittiti ben celati piombarono sugli Egizi
Ma la fortuna di Ramaset *
tramutò, la sua quasi sconfitta,in vittoria.
C’èra ben poco da gloriarsi,
soltanto aveva al suo fianco il benevolo fato.
Malgrado le gravi perdite dei contendenti,
ambedue dichiararono di aver vinto.
E’ la fine espansionistica Ittita
In qui la conquista della città di Kadesh,
sull’alto corso del fiume Oronte.
La morte del Re Ittita Muwatalli,imminente la decadenza e dissoluzione del loro impero.

*Ramaset II Leopold Persidi Roma. 21-6-2002

 
NEFERTITI e IL SUO SPOSO*

Posata con amore nella tomba dell’eternità,
immortalata ed onorata.
Dea e donna nei millenni
ci commuove per la sua bellezza.
Signora di delicata grazia,dolcezza,amore.
Amata dal suo sposo poeta,sognatore
sensibile alla bellezza,all’umanità,
alla giustizia,ebro del dio Aton,
incantato dalla sua sposa-cugina
preferì sognare la propria vita che viverla.
Perduto com’èra
nella contemplazione del suo dio,
il suo stato sprofondo nell’anarchia.
Separata,forte nella sua fede incrollabile
della nuova religione…Ormai lontana
dagli eventi che precipitavano,
entrava nel mito, nella legenda
bella tra le belle…
Tu soave creatura apparisti,
come raro fiore in mezzo al deserto
che non appassisce.

Leopold Persidi Roma.19-02-2004.

*Re Amenophis IV

 
L’INFINITO

Lassù nell’infinito mare
l’anima mia si perde,
infinita più che l’infinito.
Mentre qui tra limitati spazi,
il corpo mio statico resta;
e d’ è lo starsi che limita il perdersi
e il perdurare della vita.
Ma sento già l’evolversi del tempo,
che proiettato avvolge l’avvenire
ove l’anima spazia senza tempo limite
perché è l’essenza dell’eterno.

Leopold Persidi Roma.06-11-1978


NEL SILENZIO

T’amerò sempre, non nel male
che rattrista l’anima mia inquieta.
Tu m’ amerai,io t’amerò in silenzio
e nel silenzio soffriremo insieme.
Al tuo mentir io sarò sincero.
Soffrirò per i tuoi perduti giorni.
Passerà la dolce primavera,
che invano spendesti in vizioso male.
Allora piangerai,si piangerai di sera
e sola nel pianto ti consolerai.
Poiché redenta dal profondo male,
fortunata sarai;
e dalla luce di quel cuore,
che per amore mai si spense,
conforto avrai e insperato perdono
delle cose passate.

Leopold Persidi Roma.21-03-1957

 
L’Esercito di:Caio Manlio e Catilina

Perseguitati,sventurati,in povertà estrema,
la sorte avversa.
Soggetti alle ingiustizie,alle calunnie.
Costretti a mendicità,
tra tormenti fisici e morali.
Queste erano le condizioni,
dell’esercito di Caio Manlio e Catilina.
Uomini votati alla morte
senza alcuna speranza,
poiché vaga era l’indulgenza;
anche se inermi ed umili,
si fossero presentati senz’armi.
Lecito,forse,ed inevitabile lo scontro
Tra parenti,amici e conoscenti.
Si risponde alla violenza con violenza.
E’ guerra civile:La Roma di Cicerone
Contro i reietti di Catilina.

Leopold Persidi ( Roma-08-03-2003)

 
LE GUERRE Delle DUE ROSE
La Battaglia di Bosworth *(22-08-1485).

Cruenta battaglia che pone fine
alle guerre faziose tra le Due Rose…
La sconfitta definitiva di una di esse,
ove trova misera morte Riccardo III.
I morti non seppelliscono i morti,
chi è travolto viene calpestato,
nella furia,ucciso senza pietà.
Nella battaglia,
si sentono disperate imprecazioni,
urla di odio e di dolore frammisti
a frammenti di sofferenza estrema
di chi sta morendo…
con essi muore la misericordia…
I vivi che ancora combattono
non sanno cosa sia questa entità.
Le urla salgono sino in cielo, che piange
vedendo la terra lordata di sangue.
Tragica visione!
Gli acerrimi continuano lo sterminio;
nella lotta vengono calpestati vincitori e vinti,
la cieca rabbia non conosce pietà!
Spaventosa la crudeltà che qui si rappresenta,
che perdura,ostinata, ancora nei secoli.

Leopold Persidi Roma.07-02-2004
Versione II

 
LA SPERANZA

Non perdete la speranza
c’è con noi una Madonna Trasognata,
ch’è venuta a consolarci
e a lenire le nostre sofferenze.
Madre prima di essere donna,
Tu che ascesa Sei in Paradiso
poi tornata a portar letizia e conforto.
Anima non vidi mai così pietosa,
venire dall’Eccelso a por fine alle miserie.
Tu che pietosa perdoni
Supplicando Tuo Figlio,
Infinito amore,l’Eletto.
Figlio e Fratello di tutti i sofferenti,
Lui stesso dolore, speranza dei miseri
Beato colui che si sta spegnendo,
a Lui si rivolge;
nel travagli non si sentirà più solo
sarà condotto per mano in Paradiso

Leopold Persidi ( 15-12-2003 )

 
La morte

Salvare dalla tempesta ciò che si può salvare
non potendo eternare la vita
e andarle di buon animo incontro,se pur tremando
non si può farne a meno,non si può evitarla.
E' una necessità spaventosa,
se non siete pronti non la guardate in faccia.
Non potete essere indifferenti davanti ad essa,
ma ricordate le miserie della vita
e l'accanita sfortuna,
quasi sempre ingiuriosa e lesiva.
Sa di misero nascondersi
è cupa e terribile,anche se la disprezzi,
essa non ha alcuna cura e timore,ti prende e ti porta via.
La gloria è pochezza della mente
cosi tutte le vane cose,
perché non si conosce l'enormità di quello che ci aspetta

Leopold Persidi (Roma-06-07-2002)

 
La morte

Salvare dalla tempesta ciò che si può salvare
non potendo eternare la vita
e andarle di buon animo incontro,se pur tremando
non si può farne a meno,non si può evitarla.
E' una necessità spaventosa,
se non siete pronti non la guardate in faccia.
Non potete essere indifferenti davanti ad essa,
ma ricordate le miserie della vita
e l'accanita sfortuna,
quasi sempre ingiuriosa e lesiva.
Sa di misero nascondersi
è cupa e terribile,anche se la disprezzi,
essa non ha alcuna cura e timore,ti prende e ti porta via.
La gloria è pochezza della mente
cosi tutte le vane cose,
perché non si conosce l'enormità di quello che ci aspetta

Leopold Persidi (Roma-06-07-2002)

 
INGRATITUDINE

Che fine hanno fatto i benefici?
Se in cambio si ricevono solo che offese!
Coloro che hai fatto partecipi dei tuoi beni,
saranno la tua rovina.
I nemici t’incalzeranno
quando,i rari amici,saranno lontani;
ti troverai da solo,fiaccato e senza fiducia.
Prenderanno te stesso,già spoglio
come preda del delitto.
Esule,privo di mezzi,sommerso dalle sventure,
tutto quello che ti era speranza e consolazione,
tutto quello che ti era amico,s’è fatto nemico.
Oh ingratitudine sciagurata,sorella del delitto.
Non mi risparmi la fuga,l’esilio,la miseria
e tutti questi dolori che mi schiacciano.
Umane vicissitudini…
L’ingiustizia vanifica le virtù
ed esalta il misfatto.
Giustizia corrotta da impudenti elargizioni,
scandalo indecoroso della rapacità.

Leopold Persidi Roma.11-11.2003

 
“FOLLIA”

Defraudato merito,sovvertimento, torture,
depravazione,ambizione,perversione,”Follia”.
L’aria è pregna di queste false virtù,
che corrono senza freni inibitori.
Rievocare sereni avvenimenti del passato
in un clima così contorto,ostile
reca danno allo spirito e al cuore.
L’andazzo dei tempi.
Avrà mai il valore ragione dell’invidia?
Se neghi la fiducia ai tuoi,
di chi mai puoi fidarti?
La concordia da valore alle cose più piccole,
la discordia dissolve le cose più grandi.
L’onestà da sola ha scarsa difesa.
L’oltraggio ad uno solo è fatto a tutti.

Leopold Persidi Roma.11-11-2003

 
DONNA (Sonetto)

Una spina punse il tuo cuore
ipotetica donna d’amore.
Come rosa battuta dal vento
ti pungesti con le tue stesse spine.
Non disturbi il mio animo,
poiché non esisti…
Sei solo un sereno riflesso
del mio pensiero,
ed ora ritorno, a ritroso negli anni
ad essere sereno immerso ai travagli del cuore.
Averlo saputo,quando avrei voluto esser così.
Vorrei vederti in Paradiso pianger d’amore
e della tua bellezza,porterei il ricordo,
inciso al cuore.
Leopold Persidi Roma.15-02-1979



VISITA ai MORTI

Si che ancora sorgerà il sole
a riscaldar la terra.
Qui tra i morti un aria gaia
un tiepido calore,
ispira all’evolversi di una vita nuova.
E’ solo impressione
d’una visita intensa dei vivi.
Certo è così,
ma nell’aria c’è un soffio di vita
anche per i nostri cari.
Qui mi sento tra il vivo e il morto
Come la terra che ha sete di sole
Come i morti che han bisogno di vita.

Leopold Persidi Roma.29-10-1978.

 
CESARE (perle scelte)

Cesare,Cesare”De Bellum Civili”. ……
Oh sorte spregevole,tragica,patetica,
vita vissuta,da personaggi veri, autentici…
Scontro terminato nella polvere, nel sangue,
nel caldo soffocante di Farsalo.
Cesare emerge vittorioso,
Pompeo:Stanco assente,
come avvolto in una grigia nebbia,
rinuncia impari al momento tragico.
Tutto è perduto,persino l’onore,
fugge ed entra nella penombra,
ove troverà misera morte.
“Per dispregio della sciagura,
nella sventura spesso,
gli amici diventano nemici”.
Odio sociale,desiderio di vendetta,
non c’è nel Bellum Civili,
ma disprezzo per la stupidità,
l’incoscienza dei nobili
responsabili della guerra.
Cesare è Cesare!
Qui la mente domina gli eventi.

Leopold Persidi Roma

 
L’Esercito di Caio Manlio e Catilina
Nella Battaglia di Fiesole 62.a.
Sconfitta e Morte di Catilina

Perseguitati,sventurati,in povertà estrema,
la sorte avversa.
Soggetti alle ingiustizie,alle calunnie.
Costretti a mendicità,
tra tormenti fisici e morali.
Queste erano le condizioni,
dell’esercito di Caio Manlio e Catilina.
Uomini votati alla morte
senza alcuna speranza,
poiché vaga era l’indulgenza;
anche se inermi ed umili,
si fossero presentati senz’armi.
Lecito,forse,ed inevitabile lo scontro
Tra parenti,amici e conoscenti.
Si risponde alla violenza con violenza.
E’ guerra civile:La Roma di Cicerone
Contro i reietti di Catilina.
Catilina si gettò nella mischia
e fu tra i primi a cadere.
Nella battaglia,
un frastuono di metalli e di rumori
grida di dolore e pianti;
e poi letizia, pietà, mestizia ,
contentezza,disprezzo e gran gioia;
cosi gli animi si mostrano agli eventi ,
pietosi e cruenti i una tragedia infinita.
I morti tacciono,
soggiacciono e non ascoltano
per loro la battaglia della vita,
è finita per sempre.
Inevitabili.
Eterni conflitti,spietate battaglie.
Frastuoni assordanti,temibili silenzi.
Tutti insieme o alterni gli eventi,
sono soggetti al fato.
Così vanno le cose
Immutabili,immodificabili avvengono

Leopold Persidi ( Roma-08-03-

 
L’Esercito di Caio Manlio e Catilina
Nella Battaglia di Fiesole 62.a.
Sconfitta e Morte di Catilina

Perseguitati,sventurati,in povertà estrema,
la sorte avversa.
Soggetti alle ingiustizie,alle calunnie.
Costretti a mendicità,
tra tormenti fisici e morali.
Queste erano le condizioni,
dell’esercito di Caio Manlio e Catilina.
Uomini votati alla morte
senza alcuna speranza,
poiché vaga era l’indulgenza;
anche se inermi ed umili,
si fossero presentati senz’armi.
Lecito,forse,ed inevitabile lo scontro
Tra parenti,amici e conoscenti.
Si risponde alla violenza con violenza.
E’ guerra civile:La Roma di Cicerone
Contro i reietti di Catilina.
Catilina si gettò nella mischia
e fu tra i primi a cadere.
Nella battaglia,
un frastuono di metalli e di rumori
grida di dolore e pianti;
e poi letizia, pietà, mestizia ,
contentezza,disprezzo e gran gioia;
cosi gli animi si mostrano agli eventi ,
pietosi e cruenti i una tragedia infinita.
I morti tacciono,
soggiacciono e non ascoltano
per loro la battaglia della vita,
è finita per sempre.
Inevitabili.
Eterni conflitti,spietate battaglie.
Frastuoni assordanti,temibili silenzi.
Tutti insieme o alterni gli eventi,
sono soggetti al fato.
Così vanno le cose
Immutabili,immodificabili avvengono

Leopold Persidi ( Roma-08-03-

Thursday, January 12, 2006

 
MORIRE di GIOIA

Si può,forse,morire dolcemente di gioia
quando s’è pieni di piaghe dolorose
e questo mondo ti ha con disprezzo,
depauperato,isolato, ripudiato?!
Confortato dall’amore che hai
per le povere creature, rammaricato
perché le lasci alla mercé di dispiacevoli eventi
e nelle mani di balordi senza cuore.
Offrirsi nelle braccia della sofferenza
senza più nulla,disadorno,ignudo;
sentire il cuore struggersi
come cera vicino al fuoco e poi spegnersi,
o la mente elevarsi sino alla soglia
dello splendore degli angeli.
Chi è pronto ad affrontare il mistero delle tenebre
nella premorte, senza macerarsi?
Anche se hai portato “l’aspro-cilìcio”,
il “cerchio di ferro”per umiliare la carne
e con purezza hai fatto astinenza,
avrai sempre terrore quando si approssima la morte.
Morrai solo e non potranno consolarti
i tuoi amici che ti circondano
e le divine visioni che per fede hai creduto.
Pian piano affievolito è il tuo respiro
si spegne il lume della mente e sarai in balia del nulla.

Leopold Persidi Roma 12-01-2006

 
Il Giorno delle Tribolazioni

Nessuno ha guardato le mie lacrime,
ma con odio, hanno meditato e fatto del male.
Quelli che erano vicini a me dicevano di amarmi,
spergiuri,si sono messi contro di me.
Il dì della tribolazione mi hanno tenuto
in abominazione e mi hanno abbandonato;
tradito,non mi hanno permesso di fuggire,
in modo ch’io assaporassi di più le sofferenze.
Di notte ho gridato,
invece di aiutarmi mi hanno assalito
lacerando, ancor di più, il mio corpo, la mia anima.
Mi hanno umiliato,diffamato,
per le contrade venduto la mia immagine
come se fossi un losco figuro;
perseguitato,oltre ogni dire,dagli improperi
dell’ oscura miseria di lerci individui.
Ho cercato chi patisse con me e mi consolasse,
tutto è stato vano;
gli iniqui si son scagliati contro di me e aspettano,
ch’io scenda nell’inferno tra i morti.
A chi affidare la mia anima,forse,
all’ombra della speranza finche termini l’iniquità.
Come liberarmi e dare all’obbrobrio coloro
che mi hanno strappato l’anima, sono tanti e forti?
Hanno piegato il mio spirito, fiaccato le mie membra
e fatto cadere nella fossa dei dimenticati.
Non vedrò più l’aurora,
non mi alzerò più prima dell’alba,
sto vedendo l’ultimo tramonto.
E’un giorno senza sole,
aldilà dei cieli mi sono beatamente ritrovato.
Deriso, mortificato,sono stato l’abiezione della plebe,
un’onta per i miei vicini,
che per mia estrema difesa mi hanno temuto.

Leopold Persidi Roma. 05-11-2005

 
SEDETE OSSERVATE

Sedete e osservate questa umanità, 29-10-2004
cercate di rilevare immagini in bianco e nero
di questa società,di vecchi rugosi,barboni,
drogati,ubriaconi,malati,miserabili,sventurati
e non dimenticare,di evidenziare a colori
i bambini e le povere creature del creato
immersi nella sofferenza.
Non c’è paradiso per gli infelici,
visto le brutture di questo mondo
e impossibilitato a porci rimedio,
iddio si è suicidato!
C’è tanto da fare oltre ogni dire!!! 05-03-2005
Bisogna dar tempo alla mia anima
di raggiungermi,è una notte senza stelle
troppo corta per la mia stanchezza.
Chi rimarrà al mio fianco
dopo la mia sconfitta,sono stanco
infinitamente stanco;
sono solo ma non mi sento tale e sono felice.
Chiunque abbia amato e sofferto sa
quando ci addolora rinunciare, agli affetti.
Dopo una notte gelida tutto rimane sospeso,
il cuore,l’anima, i pensieri.
Ho combattuto in diversi campi,
in diversi tempi,ho perso,ho vinto
in diversa guisa,ero sempre io
che mi elevavo sopra le stelle.
Non togliete alla terra quello che non puoi ridargli;
non togliete a me quello che non potreste ridarmi!
Ci saranno meno colpevoli canditati per il cielo.

Leopold Persidi Roma

 
DESOLARE

Nelle “lande”desolate e fredde
si commettono crimini efferati
senza giustificazione;
sterminio sistematico,uccisioni
contro pacifiche creature indifese,inermi,
massacrate a bastonate e scuoiate vive.
I resti dei corpi rimangono sul ghiaccio
e spesso le loro carni finiscono
come mangime per animali.
Maschi evirati per alimentare
l’insano mercato asiatico,
rimedio per l’impotenza.
Business redditizio per uomini avidi e crudeli,
criminali senza pietà,senza coscienza;
balordi uomini senza scrupoli,
che mietono morte per il vile guadagno.
Ambiguità politiche permettono
il massacro senza fine;
nulla possono le associazioni false o sincere,
nella generale gelida indifferenza;
la battaglia è perduta,
vincono le menti avide e malate di egoismo.
Le grida di dolore si diffondono
nelle distese ghiacciate
che si macchiano di sangue degli innocenti,
il massacro perpetrato da uomini senza cuore,
imperterriti,immorali, che violano
il sentimento di pietà e distruggono
la vita preziosa di questi esseri senza difesa.
La legge del crimine:Desolare,devastare,
spopolare,affliggere,sconfortare,uccidere;
paura, dolore profondo degli indifesi
e delle anime sensibili che si disperano
impotenti davanti allo scempio.

Leopold Persidi Roma.20-09-2004

 
FRATE LEONE

Toglietemi il dolore e sopporterò la malattia!
“Dio Signore rispondimi!
Scrivi Leone:
Che Francesco è confuso,disperato
è nel buio più nero.
Scrivi frate Leone:
“Ch’io vivo in un raggio di sole
che rischiara l’oscurità”.
Che possono farne di me e di Francesco,
di più di quello che ci hanno fatto;
siamo rimasti spogli,figli dimenticati della pietà.
Lui s’è elevato e siede illuminato in tanta luce,
io immerso nella miseria,nella penombra;
illuminato soltanto da quel raggio di luce,
preso in prestito da lui.
Francesco lascia ch’io sia tuo fratello.
Tu sei l’alba,il tramonto,la luce,
la verità,la speranza;
tu sei tutto quello ch’io non sono,
tu sei me stesso,ed io non posso essere te.
Ritrovarsi e viaggiare in universi paralleli,
e se il cielo ci accoglie lo riempiremo d’amore.

Leopold Persidi Roma.29-03-2002

 
UOMINI

Sono come uccelli da preda, che vivono di rapine;
come mosche,cimici e pulci,moleste insopportabili;
come rospi arridi e vipere velenose.
Sono come corvi e avvoltoi,
che si nutrono di corpi morti e di marciume.
Sono simili a porci che vivono nella sozzura e nel “brogo”;
sono come oziosi calabroni.
Non dissimili ai coccodrilli che fingono di piangere,
per poi divorare l’incauto che si commuove al pianto.
Sono come pavoni che mostrano la loro bellezza,
ma al quando sgraziati nel canto;
come pappagalli che parlano,parlano,
senza capirne il significato.
Cicale oziose che si dilettano a “gracchiare”,
con monotono e fastidioso stridio.
Queste sono alcune “qualità”dell’uomo.
Altre insidiose,deliranti,che affliggono
e racchiudono drammaticamente, tutta la febbre:
del delirio,della rabbia,della collera;
dell’ira,del dolore e della follia.
Un’immagine infernale da far paura.
Si commettono crimini efferati,
da non poter essere nominati.
Ogni volta che c’è violenza,la terra rimane deturpata;
il dolore è così forte,
che piangono persino le cose.
Cosa avete fatto della vostra vita insulsa,
se non seminato desolazione.
Durante in nostro cammino
abbiamo perso del sangue,
le nostre ferite non si sono rimarginate.
E’ sceso il buio e ci ha sorpresi soli,
per causa vostra,umiliati, mortificati;
in questo inferno,cerchiamo di essere pronti
e facciamo in modo di non aver paura.

Leopold Persidi Roma. 17-07-2001

 
ORAZIONE

Domina su tutto un dolore struggente
che si evidenzia negli animi più sensibili,
per acerbi fati che incombono sull’umanità;
a causa delle miserie,delle guerre,delle sofferenze.
Il ritornare a ritroso ai passati avvenimenti
è una indagine vasta e desolata,
che si eleva a malinconica meditazione
su la natura umana.
Non ci affascina,non convince,non persuade,
chi impone con forza, una brutale sopraffazione.
Non accettiamo i Silla!Insolenti,prepotenti,boriosi;
presuntuosi,minacciosi arroganti.
Preferiamo:L’impescrutabile misterioso,
l’impenetrabile,l’icomprensibile,
che ci avvince e ci affascina,purché non dubbioso;
alla violenza furiosa,alle angherie,ai soprusi.

Mostrarsi virili,generosi,coraggiosi,pietosi,
misericordiosi verso i miseri,verso chi ha estremo bisogno.
In tempi tragicamente odiosi,in mezzo
ad urla e frastuoni di folle incivili,
che rifiutano doni molto preziosi
per lasciarli ai saggi che in silenzio raccolgono,
perché a loro appartengono.

Aprite l’anima e fate entrare le cose più sublimi:
l’amore,la carità e donatele ai più deboli,agli infelici.
Non distoglietevi dalle cose grandi e pure,
mostratevi civili,dignitosi; mostratevi uomini.
Un cuore si mostra grande e pieno d’amore,
quando è capace di sentire il dolore degli atri cuori.
Si vede nei loro occhi che l’anima sorride,
con un’espressione d’intensa commozione
sempre piena di dolce umanità;
una toccante armonia di cuori comprensivi.
Ma se fate del male ai miseri,non sarete abbastanza morti!
Ci si può intendere con tutti, ma non con la morte!

Ed ecco che riaffiora l’uomo lupo,contro l’uomo lupo!
Anche se sei convinto di aver vicino un ottimo amico,
non avrai alcun rimpianto se lo perderai;
ingenerosità nata dal dubbio.
Sfuggirai la verità,per non guardarsi mai allo specchio
e prenderai l’abitudine di dire bugie,
per salvarsi da certe situazioni. Dilemma!
Proseguire nell’errore o guardarsi dall’errare?

Leopold Persidi Roma. 04-06-2005

 
Incantesimo

Avete interrotto l’incantesimo del sogno,
avete disturbata la mia pace.
Mi sento svuotato come non avessi più il corpo
se non una leggera presenza delle viscere
e una mente confusa.
Qualcosa silenziosa mi sta consumando,
a poco a poco sto perdendo lo spazio,
non ho più la cognizione del tempo;
che strana sensazione…
Forse è l’inizio della fine.
Ho gli occhi chiusi, sento una stanchezza
che m’invade e mi sprofonda;
mi sento come un’entità che non esiste,
come fossi:Spirito,aria, nebbia,
una percezione,una visione delle mie mani
che si muovono attraversano il cosmo,
senza trovar ostacolo o resistenza.
Non è puro sogno,ma la sensazione viva
di chi si sta spegnendo.

Lopold Persidi Roma.20-11-2003

 
CALUNNIA

Nociva,diffamante, menzognera!
Terribile e temibile,
l’innocente diventa colpevole,
il santo un diavolo.
Malignità,perfidia,bassezza d’animo
si annidano nelle menti,
viaggia rapida e si diffonde.
Misero colui che s’imbatte nella maldicenza,
ad essa soggiace e soccombe.
*“Impossibile estirpare in poco tempo
una convinzione falsa radicata
in moltissimo tempo,d’invidie e di calunnie”.
*Socrate ( processo)
Lepold Persidi Roma. 09-09-2001

VERSO LA FINE

Si può dire ad un angelo addio,ed assistere
alla sua nascita, alla sua dipartita?
Tutte le cose sono in viaggio verso la fine.
I beati cantano in cielo,
gli uomini piangono in terra.
Tutto è coinvolto la gioia,il dolore
in un susseguirsi di inevitabili eventi.
Cantano gli angeli la gloria del signore,
in una scena muta priva d’immagini,
piangono i viventi travolti dal dolore
in una tangibile realtà.
Tutto è come macchie scure sulla sabbia bagnata,
che svaniscono quando il sole le asciuga.
Non ci sono dii che ci possono salvare.

Leopold Persidi Roma. 24-01-2003

APRITE I VOSTRI CUORI

Fate entrare le cose più sublimi,
la carità,l’amore,la misericordia
per i più deboli per gli infelici.
Non distoglietevi dai pensieri puri,
così mostrerete la vostra civiltà;
rarefatta negli uomini.
Abbiate pietà,donate giustizia;
siate palatini dei dimenticati,
dei non considerati,degli obliati;
rendete loro quel che gli hanno tolto,
l’esistere,la dignità e anima.

Leopold Persidi Roma. 27-08-2002

 
DISSENTO!!! 01-05-2004
Udienze che sanno di farsa
piene di menzogne,
che giudici beoti ascoltano
e reputano come attendibili.
Sentenze spurie,piene di falsità,
emesse incoscientemente dagli stessi,
impreparati,incompetenti,scocciati,annoiati,
che risolvono in pochi minuti,
assolvendo i colpevoli e buttando
nella disperazione,le vittime innocenti.
Giudizi affrettati condannano
chi non ha colpa e mettono in libertà
i colpevoli recidivi.Scioccante delusione,
degli immeritati oltraggiati, non rimane
che l’angoscia e lo sconforto.
Allora è tempo di desiderare il dissolversi,
o nascondersi per esplodere in un pianto
disperato,interrotto senza consolazione.
Accenti di rabbia,di disprezzo,
di repulsione repressi ,che distruggono
la salute anche dei spiriti più forti.
Negazione ai diritti della verità!!!
Le menzogne nei tribunali fanno i loro comodi
e viaggiano a loro piacimento nel porto delle nebbie.
Mietono e fanno strage di vittime
lasciate in balia dell’avversità,
complice l’ ingiustizia,che regna sovrana
e l’incompetenza degli avvocati,
non all’altezza delle situazioni.
E’ il trionfo dello scherno dei colpevoli assolti,
è il trionfo della disgregazione sociale.
Delittuose sentenze di giudici sconsiderati,
con una visione contorta della realtà.
Prove inficiate da spergiuri,
che uccidono la verità!
Chi punirà tutta questa feccia,
ci sarà qualch’uno,che avrà vergogna
e assisterà al funerale delle meschinità?
Nessuno si avvede di tutte l’ingiustizie
perpetrate a carico dei malcapitati?
Gli atti ascritti sono inficiati,
non c’è traccia di verità,morta col nascere dell’uomo.
Le prove a carico ti colpevolizzano
anche se dannatamente false,ma
spregiudicatamente accettate e rese esecutive.
Nulla a tua discolpa,sei condannato,
assolti i colpevoli! Dissesto rovinoso…
Urge la riforma delle coscienze!!!
Il senso dell’onore e la dirittura morale
dei giudici!!!Assenza dell’accortezza! Leopold Persidi Roma.

 
UN SOGNO

Un sogno dentro un sogno che poi svanisce come rugiada,
come delicato fiore di ciliegio,
che nella tempesta il vento porta via
così svanisce la speranza degli indifesi.
La notte silenziosa sta morendo
e cede all’alba già rumorosa.
In questo mondo pieno di sporcizia,
prendete il capo dei sofferenti
appoggiatelo vicino al vostro cuore,
poi piangete sino a liberarlo dalle sofferenze
e dalle piaghe causate da spiriti immondi.
Sognate un paesaggio assolato pieno di luce
e nell’ombra calda immaginate un brusio
indaffarato di passeri sui tetti
una montagna che splende di un azzurro cupo,
ma con limpidezza sulle creste
sui crepacci rossi del monte degli olivi,
sui quercioli bistorti e polverosi
e nelle strade il canto delle cicale che assorda.
Prendete la penna e scrivete con l’inchiostro di cinabro
e imparate a scrivere! E’ come un rivolo di sangue
che sgorga dalla pienezza dell’anima
sul candore della pergamena,sì da sembrare
che ogni pena sia leggera.
Quando ti svegli da questo sogno
il sole sta declinando e sporge gli occhi dorati
tra le strade,tra i vigneti e le “reste”dei grani maturi
che ti “paiono”un biondo mondo felice.
Vivere smarriti nella pace del creato.

Leopold Persidi Roma.28-01-2005

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