Monday, May 01, 2006

 
Lungo il fiume

La lungo il fiume,sulla nuda terra,
riposano i miei piccoli
in compagnia dei miei pensieri d’affetto e di pietà.
Nostalgia di ricordi passati,quando vivi,
erano accanto a me festosi.
Ora dormono nella quiete,in una patria lontana,
annullati e dimenticati per sempre,non da me,
in un luogo senza ritorno privo di afflizioni.
Erano sinceri i miei pianti
e le mie preoccupazioni,
quando accorrevo trafelato
e li vedevo precipitati nella miseria del dolore.
Come riparare alle loro ferite,
alle loro piaghe mai rimarginate,
alle tribolazioni e alle offese fatte sino alla morte.
Cerco di riscattare il “malfatto”dagli indegni,
non precipitare nelle lacerazioni della disperazione,
riscaldare con il mio cuore quello che ormai è già spento
e dar calore all’aria fredda rarefatta
dove le mie creature riposano.
Risalire,costeggiando,il corso del fiume,
tornando a ritroso con la mente,
riprovare le sensazioni un seconda volta,
e le emozioni ormai fuggite.
Riporre i ricordi trascorsi come reliquie
e tenerli celati in un cantuccio del cuore.

Leopold Persidi Roma.27-01-2006

 
PIANGEVANO

Piangevano tutti,intorno,senza lacrime,io ebbi pietà
e in me li accolsi stringendoli sul mio cuore.
Dai miei occhi pieni di pianto
caddero lacrime sui loro occhi, si da vedere
la tristezza e la delusione della speranza che fuggiva.
Per dannosa superficialità e presunta competenza,
c’è l’aggravarsi dei malanni e i decessi dello spirito;
c’è una parte del nostro cervello degenerata,
che diventa ostinatamente assassina,
fa soffrire e uccide le creature del creato.
Chi si prenderà cura della mia anima che soffre,
chi guarirà il mio spirito inquieto ammantato d’amore?
Nessuno era con me mentre, annientati, li raccoglievo,
nessuno era presente mentre li seppellivo,
attanagliato dall’angoscia che mi opprimeva.
Mi uscivano le ultime lacrime dello strazio,
consapevole di essere solo nel dolore;
i più vicini in spirito restano lontani,
separati dalle distanze reali o presunte tali,incalcolabili.
Siamo tutti colpevoli e disgraziati figli delle miserie,
non ci resta che piangere e consumarsi sino alle viscere
per le morti cruente di tanti poveri figli abbandonati.
Voi cuori sublimi piangete con me e volate
col vostro pensiero sopra le spoglie di chi non c’è più.
Il cielo sia invaso benignamente dal vostro affetto
e cada come pioggia ristoratrice sui sofferenti.

Leopold Persidi Roma.24-02-2006

 
Sempre più Solo

Ritrovarsi solo, lacero e sporco,
esser tacciato come pazzo
immerso nella fame,nel bisogno terminale
privo ormai di dignità e il diritto al rispetto,
perché a torto,considerato un folle da incatenare…
Qui si consuma l’astio dell’invidia, dell’avidità “dei prossimi”
che infieriscono con violenza su chi è rimasto spoglio
non per ingenuità,ma per scelta.
Si fa avanti il disprezzo, l’ironia,la meschinità,la malvagità
la mal celata falsità di quelli che tu credevi tuoi amici
e la vendetta degli ignobili rancorosi,
figli malanimi,del livore e dell’astio.
Ricco di povertà trangugio gli avanzi che mi porgono
e lo faccio con gioia, anche se accompagnati
dal disprezzo e dalla superbia stizzosa;
cosi facendo vinco tutte le resistenze,
anche quelle che vengono da me.
Tutti i giorni vengono a trovarmi la fame,
il freddo,le violenze,le paure,
ed è più frequente la visita della sorella morte.
Non faccio altro che raccogliere le spoglie dei miei piccoli amici.
Attraverso i secoli ho guadato un fiume di sangue,
ho visto lo sterminio totale, la peste-micidiale
che tutti annullava,non segni di vita per seppellire i morti.
Nel frattempo nel negativo estremo,io vivo
e raccolgo le spoglie dei miei piccoli amici
e depongo il mio cuore accanto a loro
che dormono lungo il fiume.

Leopold Persidi Roma. 26-04-2006

 
SOLO MIO

D’improvviso,come pioggia,cade fuoco dal cielo,
brucio dell’infausto dolore ch’è solo mio,
non del dio che non soffre, non muore con me
e non sente l’urlo disperato degli innocenti.
Perché non piangi i tuoi figli,
perché non ti uccidi e ammetti di aver fallito.
Non soffri la fame,il freddo,non hai dolore,
l’annientamento totale del corpo e dello spirito;
non hai pietà,misericordia,tu unico artefice
delle carestie e delle estreme miserie.
Nebuloso,inesistente,al sommo della crudeltà,
sogghigni come un demone ,tuo pari
per le piaghe che scateni sopra tutti i creati ,
compresi gli imbecilli,i babbei e i cavoli-bubboli,
che con ingenua e a volte con fanatismo estremo
ti credono,ti lodano, ti esaltano e dannosamente,
per becera fede, fanno soffrire e morire
chi si rifiuta di adorarti e mette in dubbio la tua esistenza.

Leopold Persidi Roma. 24-02-2006

 
SCRUTATE

Se saprete leggere la mia anima
coglierete tutte la mie sofferenze.
Sono come un albero spoglio battuto
dalle tempeste, nel pieno freddo dell’inferno.
Non ci sono dolci ricordi,ma soltanto amarezze
riservatemi dalla sorte.
E pur dentro di me è gioia,
come colui che si è messo al servizio degli ultimi
e va incontro a cose felici,
sa nascondere la grandezza della sua anima
e il dono della sua riservatezza.
Volo sopra le nubi e viaggio sui cieli della terra,
sono trasportato dal vento nei deserti riarsi
e posato sulle lande desolate di ghiaccio.
Carpito a velocità di luce dai raggi del sole,
per riposarmi nelle notti piene di stelle.
Quando tutto questo era nulla
io ero in uno stato di quiete, nel vuoto,
spinto da una propulsione iniziale perpetua,
che infrangeva la forza d’inerzia
e spingeva al moto la pigrizia,l’abulia,l’indolenza.

Leopold Persidi Roma. 07-04-2006

This page is powered by Blogger. Isn't yours?