Monday, April 17, 2006

 
LIBERI

Negli affetti profondi
hanno una spontaneità sublime
mista ad una irrefrenabile gelosia.
Liberi mai schiavi,non hanno padroni,
non c’è peggior sordo di loro
quando non vogliono sentire;
disposti mi seguono come cagnolini
e reclamano le carezze scambievoli.
Vigili, attenti,dormienti,sornioni
dai passi felpati pronti a scattare
al minimo rumore.
Più delle volte mortificati,
strappati dal loro ambiente,deportati,
buttati in luoghi a loro ostili da sciagurate persone
che vigliaccamente operano in disgustoso silenzio
o apertamente con meschine menzogne.
Bisogna avere il dono della carità,
del rispetto, della pietà, della misericordia,dell’amore,
per non commettere questi e altri crimini
verso coloro che non ci hanno mai offeso.
Quanti soprusi,quante sofferenze
si riversano sopra di essi,
che la natura ha menomato con la sua scelta
o da offuscate menti senza scrupoli.

Leopold Persidi Roma.19-10-2005

 
VITTIME

Vittime alla deriva di un fato crudele, spietato
dove ogni via di salvezza è preclusa.
Non ci sono giardini pensili tanto meno paradisi,
ma soltanto inferni e orribili sogni.
Non c’è scampo per i vivi e non tregua per i morti
che non riposano neanche nell’ultima dimora.
Sto raccogliendo per le strade insanguinate
quel che ne resta di poveri figli
straziati senza pietà.
Lacerazioni insanabili,
martoriati per tutto il corpo,ancora vivi,
nei loro occhi si scorge la dolorosa paura
e il bisogno straziante d’aiuto che lacera le viscere.
E’ un’agonia lenta e dolorosa,
sono a loro vicino per pulire le piaghe,
che emanano già il tanfo della morte;
cerco di lenire le loro sofferenze
con sonnifero per placare i tormenti
e con le mie carezze avvicinarli al sospirato riposo.
Negli ultimi istanti storditi, quasi assopiti,
invasi da fremiti,vedo nei loro occhi riflesse le mie lacrime
accomunati piangono di dolore con me.
Sgrido la misericordia che si muova a pietà,
verso queste povere creature e le aiuti a spegnersi,
poiché anch’io vittima nella mia fragilità,
sto per partire sotto i continui colpi della sventura.
E’un separarsi dolorosamente per potersi ritrovare.

Leopold Persidi Roma.31-03-2006

 
Il Giorno delle Tribolazioni

Nessuno ha guardato le mie lacrime,
ma con odio, hanno meditato e fatto del male.
Quelli che erano vicini a me dicevano di amarmi,
spergiuri,si sono messi contro di me.
Il dì della tribolazione mi hanno tenuto
in abominazione e mi hanno abbandonato;
tradito,non mi hanno permesso di fuggire,
in modo ch’io assaporassi di più le sofferenze.
Di notte ho gridato,
invece di aiutarmi mi hanno assalito
lacerando, ancor di più, il mio corpo, la mia anima.
Mi hanno umiliato,diffamato,
per le contrade venduto la mia immagine
come se fossi un losco figuro;
perseguitato,oltre ogni dire,dagli improperi
dell’ oscura miseria di lerci individui.
Ho cercato chi patisse con me e mi consolasse,
tutto è stato vano;
gli iniqui si son scagliati contro di me e aspettano,
ch’io scenda nell’inferno tra i morti.
A chi affidare la mia anima,forse,
all’ombra della speranza finche termini l’iniquità.
Come liberarmi e dare all’obbrobrio coloro
che mi hanno strappato l’anima, sono tanti e forti?
Hanno piegato il mio spirito, fiaccato le mie membra
e fatto cadere nella fossa dei dimenticati.
Non vedrò più l’aurora,
non mi alzerò più prima dell’alba,
sto vedendo l’ultimo tramonto.
E’un giorno senza sole,
aldilà dei cieli mi sono beatamente ritrovato.
Deriso, mortificato,sono stato l’abiezione della plebe,
un’onta per i miei vicini,
che per mia estrema difesa mi hanno temuto.

Leopold Persidi Roma. 05-11-2005

 
Desolazione delle Anime

Fate pace con le vostre anime tormentate,
abbiate rispetto per le vittime della fame,
delle miserie,delle guerre,delle malattie,
delle vittime della violenza,degli orrori;
dominate i vostri egoismi e abbiate pietà
per coloro che vivono nell’indigenza,
che scavano per sopravvivere nell’immondizia
e riposano stanchi, per debolezza, sul letame…
giacigli per vittime sacrificali.
Chi mai laverà le nostre colpe?
Non saremo mai perdonati!
Un grido soffocato di dolore si alza sino in cielo,
si sentono, si vedono le sofferenze,le ansie dei miseri,
amplificate nel buio fitto e freddo della notte.
Come latrati che agghiacciano e lacerano l’anima
e muovono le coscienze al pentimento,alla paura.
L’umana specie non portata alla misericordia,
insensibile,perpetua il massacro dell’innocenza,
della dolcezza soffocata nel sangue.
Non resta che soffrire e morire con loro.
Domina lo sterminio,l’obbrobrio,l’orrore;
la penosa afflizione incancellabile voluta dall’egoismo
e dalle spregiudicate menti malsane dell’uomo.
Triste condizione dei miseri
relegati ad una squallida esistenza,
sino a che scende su di loro,con estrema violenza,
il buio freddo della morte.
Erano delle vite palpitanti,con furore spente,
dopo dolori strazianti e allucinanti paure,
son ridotte ad un ammasso di rifiuti puzzolenti;
non diverse da coloro che le hanno massacrate
che inesorabilmente puzzeranno mangiate dai vermi.

Leopold Persidi Roma.21-02-2006

 
VISIONE

Sospeso tra cielo e terra
l’angelo misericordioso ha avuto pietà
delle povere creature;
chinandosi con umiltà,
accasciato da dolorosa visione
e come se fosse creatura sola
la prende tra le sue braccia diafane
e la porta vicino alla sua anima.
Per angelica magia la risana dalle piaghe
e la toglie dall’invasione del dolore,
consola il pianto e asciuga le sue lacrime…
Commosso anch’esso piange,
son lacrime che brillano e hanno
il sapore amaro della sofferenza.
A capo chino veglia la dolce creatura,
che pian piano si libera dai sospiri e dalle angosce,
confida e a lui si abbandona .
Ed ecco allora aprirsi il cielo
da cotanta visione che sa di eterno,
e vedere tutte le creature del paradiso a contemplare
la sublime immagine di tenerezza…
Persino uomini,che in questa terra
transitano per l’inferno,per un attimo si ravvedono
e si sentono alleggeriti dalle colpe.
E’ soltanto una visione delle cose sognate
lontane dalla cruda realtà,
dimensioni di avvenimenti mai avvenuti,
perduti,consumati dalla morte.
Struggetevi e piangete con me cuori sublimi,
volate con il vostro pensiero sopra le spoglie
di chi non c’è più.Sono i giorni del dolore!
Che il cielo sia pieno del vostro affetto
e cada come lieve pioggia ristoratrice sui sofferenti.
Siate dolci e teneri verso questi poveri figli,
non come quelli che rubano l’anima
la masticano e poi la sputano.
Godetevi la gioia della loro compagnia,
siate pronti e disposti a soffrire con loro senza riserve,
dimostrate la vera completezza come colui che li ama.

Leopold Persidi Roma.17-03-2006

 
SARAI SOLO

E’ come un fiume di serpenti e scorpioni,
che emana un pestifero tanfo,
ma assolutamente bisogna guadare.
Sarai e ti sentirai solo senza l’angelo custode,
non saprai se andare avanti o tornare indietro
sei senza guida;piangerai per disperazione
e abbraccerai te stesso come ultimo rifugio,
come estremo conforto di consolazione.
Con angosciosa paura ti convincerai
che non ti cresceranno le ali per volare lontano
da si difficile e pericolosa situazione;
allora invidierai gli uccelli ritenendoli fortunati.
Aspetterai invano per innumerabile tempo,
poiché colui che ti doveva salvare non ha avuto mai le ali.
Non beneficerai della dolcezza e non sarai allietato
dalla scordanza delle tribolazioni sempre presenti.
Non sarai portato sul luogo dei beati
ove le piaghe ti sembrano meravigliose stelle
o dove il caldo sole con i suoi raggi t’illumina,
ma resterai ammantato dalle tenebre funeste
dell’eterna paura,
e tutti i di piagosi della tua vita
ti sembreranno un eterno giorno.
L’anima tua non sarà condotta
con moltitudine di santi nel regno dei beati.

Leopold Persidi Roma.04-04-2006

Tuesday, April 11, 2006

 
VISIONE

Sospeso tra cielo e terra
l’angelo misericordioso ha avuto pietà
delle povere creature;
chinandosi con umiltà,
accasciato da dolorosa visione
e come se fosse creatura sola
la prende tra le sue braccia diafane
e la porta vicino alla sua anima.
Per angelica magia la risana dalle piaghe
e la toglie dall’invasione del dolore,
consola il pianto e asciuga le sue lacrime…
Commosso anch’esso piange,
son lacrime che brillano e hanno
il sapore amaro della sofferenza.
A capo chino veglia la dolce creatura,
che pian piano si libera dai sospiri e dalle angosce,
confida e a lui si abbandona .
Ed ecco allora aprirsi il cielo
da cotanta visione che sa di eterno,
e vedere tutte le creature del paradiso a contemplare
la sublime immagine di tenerezza…
Persino uomini,che in questa terra
transitano per l’inferno,per un attimo si ravvedono
e si sentono alleggeriti dalle colpe.
E’ soltanto una visione delle cose sognate
lontane dalla cruda realtà,
dimensioni di avvenimenti mai avvenuti,
perduti,consumati dalla morte.
Struggetevi e piangete con me cuori sublimi,
volate con il vostro pensiero sopra le spoglie
di chi non c’è più.Sono i giorni del dolore!
Che il cielo sia pieno del vostro affetto
e cada come lieve pioggia ristoratrice sui sofferenti.
Siate dolci e teneri verso questi poveri figli,
non come quelli che rubano l’anima
la masticano e poi la sputano.
Godetevi la gioia della loro compagnia,
siate pronti e disposti a soffrire con loro senza riserve,
dimostrate la vera completezza come colui che li ama.

Leopold Persidi Roma.17-03-2006

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