Saturday, December 31, 2005

 
Il poeta e gli autori del sito porgono le proprie scuse ai lettori per le parole forti di questa poesia, dettata dalla sofferenza quotidiana di situazioni vissute personalmente.


PIETA’

Se non ti perdi nella carità
e soavemente nell’amore,
se non hai pietà per le povere creature
chi avrà pietà di te,chi ti soccorrerà,
chi avrà un po’ di amore per te nella sventura?
Miseri figli,nulla gli è stato dato,
se non una vita miseranda piena d’inganni.
Destinati a morire soli senza conforto
in un desolante abbandono.
Strappati dal calore e dall’affetto delle mamme,
deportati,abbandonati senza pietà,
“da furtivi” di notte come ladri,a morire da me.
Incoscienti non sapevano,ignari, che nulla potevo,
poiché la morte aveva decretato la loro fine.
E’ soltanto un rinnovarsi degli affanni
e l’acuirsi del nuovo, non unico,dolore…
a poco a poco io mi spengo e sento di morir con loro.
Poveri piccoli vengono aditati
da brutali malattie falciati,come fossero
lembi della mia carne e portati via.
La mia anima è forte,ma il mio corpo
è lacero e stanco,messo alla prova
da colpi aspri,continui, repentini.
Il disagio è duro senza condizioni,
arranco e mi dibatto in mezzo a tanto dolore,
con struggente pietà mi abbandono allo sconforto
piango e grido,dio,dio,che non esisti,
tu che lasci senza sollievo e non porti misericordia
a questi miseri figli,affidi tutto lo strazio alla mia anima.
Tu venerato e adorato da “sciocchi”
tra i misteri insoluti,
mi lasci in un desolante avvilimento,io non ti credo!
Ho amore e pietà,per questi miei figli…
quando vanno a dissetarsi,sostano senza bere
per illudersi di placare l’arsura del male,
che corrode le loro viscere…
poi si adagiano e si lasciano morire.

Leopold Persidi Roma.20-08-2004

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