Monday, December 26, 2005

 
EFRIAM

Piccolo gattino nero
non volevi esser posato
ma, morire sopra la mano del cuore.
Poi non contento,ti ho abbracciato
e ti ho messo sopra il mio petto.
Il cuor mio batteva quasi all’unisono
con il tuo piccolo cuoricino affannato,
volevi morire così;
come volessi sentire i battiti del cuore
della tua mamma…
Così ti acchetavi, quasi dormivi
nella lunga agonia.
Tutta la notte sul petto,
non volevi essere posato altrove;
solo al mattino quasi incosciente,
hai trovato riposo sulla poltrona.
Si respiravi ancora, senza lamento,
poiché dormivi…
se pur rapido batteva il tuo cuore
man mano affievolito, più lento cedeva,
ti consegnava al lungo sonno.
Leopold Persidi. (06-07-2003)


APPENA NATI

Sono due piccoli neonati,
la morte li sta ghermendo,
non posso fare niente per loro.
Non sentono neanche il mio affetto,
il mio dolore.
Si lamentano, si spengono
lentamente.
Oh deleteria “entità”che ti appropri
Di due piccole vite appena sbocciate.
Hanno ancora gli occhi chiusi,
ma il pianto è così accorato,
da far fremere le membra.
Ingiusta “sorte” , che così tanto ti accanisci
contro chi non ti ha mai offeso.
Dea di pochi fortunati.
Leopold Persidi. Roma-(03-06-2003)




EFRIAM

Piccolo gattino nero
non volevi esser posato
ma, morire sopra la mano del cuore.
Poi non contento,ti ho abbracciato
e ti ho messo sopra il mio petto.
Il cuor mio batteva quasi all’unisono
con il tuo piccolo cuoricino affannato,
volevi morire così;
come volessi sentire i battiti del cuore
della tua mamma…
Così ti acchetavi, quasi dormivi
nella lunga agonia.
Tutta la notte sul petto,
non volevi essere posato altrove;
solo al mattino quasi incosciente,
hai trovato riposo sulla poltrona.
Si respiravi ancora, senza lamento,
poiché dormivi…
se pur rapido batteva il tuo cuore
man mano affievolito, più lento cedeva,
ti consegnava al lungo sonno.
Leopold Persidi. (06-07-2003)


APPENA NATI

Sono due piccoli neonati,
la morte li sta ghermendo,
non posso fare niente per loro.
Non sentono neanche il mio affetto,
il mio dolore.
Si lamentano, si spengono
lentamente.
Oh deleteria “entità”che ti appropri
Di due piccole vite appena sbocciate.
Hanno ancora gli occhi chiusi,
ma il pianto è così accorato,
da far fremere le membra.
Ingiusta “sorte” , che così tanto ti accanisci
contro chi non ti ha mai offeso.
Dea di pochi fortunati.
Leopold Persidi. Roma-(03-06-2003)




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