Saturday, December 31, 2005

 
AFFLIZIONE

Li ho visti,come immagini della sofferenza,
sporchi e laceri,pieni di dolore.
Li ho raccolti con amore,con dignità
pieno di commozione e di pietà
che si addice ai miseri sventurati.
Ho pulito e curato le loro piaghe
e pian piano convincerli
dell’onestà dei miei sentimenti.
Abbandonati nei cassonetti, nelle discariche
li ho abbracciati,li ho consolati,
hanno preso e fatta loro la mia fiducia
liberandoli dagli estremi disagi
e dall’eterna paura.
Ho sentito il mio cuore palpitare
e l’anima mia morire di gioia.
Ho ritrovato i miei piccoli affini,
per perderci ancora nella serenità.
Cedo la mia vita
per un attimo vissuto con loro,
perché sublimi, perché eterni,
perché ho colto l’attimo che non fugge.
Per amor loro,sento incrostarsi su di me
e pesano,le calunnie,le offese,gli insulti
e mentre risano le piaghe dei miei piccoli figli,
si aprono copiose le mie e non rimarginano,
perché continue,perché ricoperte di sale.
Povere creature chi avrà cura dopo di me?
Chi li accoglierà nei lunghi giorni dell’afflizione.
Mi avvio verso il tramonto
in una desolante solitudine ricca di amarezze.

Leopold Persidi Roma.09-04-2005

 
IL GATTO

Non a tutti,ma concede i suoi affetti
a chi ne è degno.
Tranquillo,affezionato alle sue abitudini,
tiene all’ordine,alla pulizia…
nella sua tenerezza manterrà sempre
la sua libertà.
Non farà mai cose irragionevoli,
se affezionato sentirete l’intimità degli affetti.
Simboleggia la donna,la femminilità.
Dalle dimensioni delle sue pupille,
si può calcolare l’ora del giorno.
Carattere indipendente,
obbedisce quando vuole
da sembrare un ingrato,non lo è,
a volte ama star solo,ha paura
e diffida della società.
Gi antichi Egizi ne compresero l’utilità
e l’importanza dei benefici ottenuti,
per salvare le derrate alimentari
dall’invasione dei topi,tanto
da farne un’animale sacro.
Perseguitato negli anni bui del Medio Evo,
non capito ai giorni nostri,
molestato,tormentato dalla teppaglia,
vessato e condannato a morte,
poiché ignoranti,dalle stesse autorità
incivili, che non calcolano meschini,
le spaventose invasioni murine nelle città.

Leopold Persidi Roma.09-09-2004

 
Il poeta e gli autori del sito porgono le proprie scuse ai lettori per le parole forti di questa poesia, dettata dalla sofferenza quotidiana di situazioni vissute personalmente.


PIETA’

Se non ti perdi nella carità
e soavemente nell’amore,
se non hai pietà per le povere creature
chi avrà pietà di te,chi ti soccorrerà,
chi avrà un po’ di amore per te nella sventura?
Miseri figli,nulla gli è stato dato,
se non una vita miseranda piena d’inganni.
Destinati a morire soli senza conforto
in un desolante abbandono.
Strappati dal calore e dall’affetto delle mamme,
deportati,abbandonati senza pietà,
“da furtivi” di notte come ladri,a morire da me.
Incoscienti non sapevano,ignari, che nulla potevo,
poiché la morte aveva decretato la loro fine.
E’ soltanto un rinnovarsi degli affanni
e l’acuirsi del nuovo, non unico,dolore…
a poco a poco io mi spengo e sento di morir con loro.
Poveri piccoli vengono aditati
da brutali malattie falciati,come fossero
lembi della mia carne e portati via.
La mia anima è forte,ma il mio corpo
è lacero e stanco,messo alla prova
da colpi aspri,continui, repentini.
Il disagio è duro senza condizioni,
arranco e mi dibatto in mezzo a tanto dolore,
con struggente pietà mi abbandono allo sconforto
piango e grido,dio,dio,che non esisti,
tu che lasci senza sollievo e non porti misericordia
a questi miseri figli,affidi tutto lo strazio alla mia anima.
Tu venerato e adorato da “sciocchi”
tra i misteri insoluti,
mi lasci in un desolante avvilimento,io non ti credo!
Ho amore e pietà,per questi miei figli…
quando vanno a dissetarsi,sostano senza bere
per illudersi di placare l’arsura del male,
che corrode le loro viscere…
poi si adagiano e si lasciano morire.

Leopold Persidi Roma.20-08-2004

 
Dolcissima Non C’è Più.

Per oscuro fato,per una sorte inclemente,
la morte la ghermita e la portata via.
Non sono bastate le cure,l’amore,
che delicatamente gli donavo
è stato tutto vano…
nel volger di un giorno se ne andata,
lasciandomi solo a piangere…
unica madre,unico padre,degli affetti.
Rimane l’ineluttabile che mi affligge,
forse non sono state vane le mie carezze
da lei gradite,sentite e vissute…
non sono stati vani gli abbracci,
i dolci sussurri bisbigliati lievemente,
perché piccola creatura aveva bisogno di preghiere.
Il mio cuore rimane lacerato…
se ne andato il mio piccolo angelo…
dallo sguardo misero,dolce,dagli occhi cerulei
increduli per le delicate attenzioni.
La vita,visto le cattiverie ha avuto pietà,
gli ha detto no ! E l’ha mandata via…
s’è spenta silenziosamente,misera tra le misere
in mezzo alle sue compagne
con le zampette che le coprivano il musetto.
Forse ha voluto morire,per non subire,
per non vedere le brutture di questo mondo.

Leopold Persidi Roma.17-07-2004

 
Dolcissima

Dolcissima piccola creatura
venisti da me sperduta
e con gioia t’accolsi.
Piccola tra le piccole,
misera tra le misere,
appena cresciuta tra le non cresciute.
Occhi velati,adombrati, appena aperti,
non svezzata,
bisognosa ancora della mamma.
Non ci sono che io,
vieni vicino al mio cuore;
quando avrai fame ti sfamerò,
quando piangerai ti consolerò.
Ti sento quando abbracciata
sei presso di me.
C’è più dio nel battito del tuo cuoricino,
che in tutti i sermoni e le preghiere,
che si recitano in chiesa.
C’è infinita profondità e dolcezza
negli occhi di questa piccola,
resa fragile e vulnerabile
da un mondo a lei ostile,
che nella profondità dei cieli.

Leopold Persidi Roma.27-06-2004

 
SIMBIOSI

Nelle profondità dei destini inesplicabili,
le anime affini s’incontrano,
si aspettano per non più lasciarsi
ed affrontare insieme le durezze della vita.
Al di là di tutte le cose,
rimangono vivi i puri sentimenti…
Palpitanti i cuori che battono,
che il fato propizio ha accomunato,
è la gioia che ci avvince poiché nulla si teme.
Beati, sprovveduti, accettiamo le peripezie
e le disgrazie della vita,che affrontiamo uniti.
E’il loro mistero che mi affascina
e mi rende simile a loro,imperscrutabili,
affascinanti,misteriose creature…
Simbiosi emozionali degli affetti…
Spiriti senza fine,immortali,eterni,
in loro ho trovato la purezza della gioia…
E’ la pietà,l’amore,
che mi salvano da quest’inferno,
poiché porto tutte le pene,di questi miei diletti figli.
In questo mondo pieno di ansie,
loro sono la mia luce,la mia speranza,
la mia tranquillità…Forse,
pensieri obliati che si perdono,
speranze perdute che s’infrangono,
visioni di un avvenire incerto e tormentato.
Rimangono l’idee alate dei miei sogni enigmatici,
che varcano i confini dell’eterno,
per non tornare più.

Leopold Persidi Roma.13-07-2004

 
Perenni
Malgrado acerrime persecuzioni,
si protraie e si perpetua la specie.
Invitti, perenni,resistenti al dolore,
alle sofferenze elargite a profusione
da esseri,che hanno frequentato
e frequentano la scuola degli orrori.
Arcani,sanno dirti tutto o niente,
ma trasmettono con i loro occhi
malinconici "rapiti" e misteriosi,
i disaggi dei millenni.
Eleganti,flessuosi,rapidi,curiosi,
incauti,sospettosi;sempre pregni
di atavica paura.
Liberi,al tuo pari,non hanno padroni,
donano affetto incondizionato
senza lucrosi inganni,
se sicuri e protetti ronfano e dormono beati.
Malgrado le afflizioni in ogni tempo,
generate da mostri;ecco loro presentarsi
di un fitto mistero,ammantati
di un fluito impalpabile,
inestricabile fascino che avvince.

Leopold Persidi Roma. 25-05-2004

Friday, December 30, 2005

 
RACCOLGO

Voi siete consolazione
e ristoro della mia anima.
Voi siete coloro che ho sempre amato.
E’ l’amore,è la pietà, che mi spingono
senza indugio, a raccogliere per le strade
il dolore, le sofferenze di questi miei figli.
M’invade un tormento che mi distrugge,
e un’angoscia che mi annienta.
E’ strage: Dilaniati da cani randagi,
avvelenati con topicida,bastonati,
investiti, seviziati da balordi,
soggetti a supplizi e torture
da insane menti,delle messe nere.
Buttati giù,per sadismo dai piani alti delle case,
dopo avergli reciso i tendini degli arti;
scaraventati fuori delle macchine in corsa.
Azzoppati,accecati,fatti morire di fame,
di freddo,per incuria da malattie
doloranti e piagose, lasciati
con indifferenza senza pietà.
Smarrita umanità,società perversa
cosa ti aspetti!
Ho rabbia, disprezzo mentre piango
e non trovo consolazione.
Sto scrutando le anime malate
che rigurgitano soltanto orrore,
meschine miserie di esseri,che
non dovevano essere creati,
personificazione del male e degli obbrobri.
Anche se non ci sarò più,sarò presente
il giorno della vostra morte,
per scagliarvi tutto il mio disprezzo!
Tragedia infinita della vita.

Leopold Persidi Roma.17-06-2004

 
I MIEI PICCOLI AMICI

Se pur immerso nel mare tempestoso della vita,
in loro ho trovato me stesso e la purezza.
Quando il tempo lo permette,c’immergiamo
sul verde lussureggiante della campagna
nella valle dell’Aniene, felici c’inebriamo.
E’ qui che loro diventano meravigliosi
consapevoli della libertà
e rassicurati dalla mia presenza sostiamo,
riposiamo su dei massi,tra silenzi interrotti
dal cinguettio degli uccelli.
Circondati dal verde i nostri cuori si rasserenano
e trovano riposo nella quiete.
Scrutiamo , pensiamo ed io rifletto,
chi sono i miei e i loro amici?
Non ci sono non ne abbiamo!
Quei pochi sparuti non si mostrano,
si avvicinano diafani,evanescenti,
poi come ombre si perdono nella nebbia.
Non mi restano, ed io in loro,che questi
fedeli amici,bene mio unico e solo.
Scrutano pensosi il mistero della vita,
sono come pecorelle smarrite in mezzo ai lupi;
sono vicino a loro,altri ne cerco,
per ricondurli al mio gregge.
Voi crudeli siete come alberi senza radice
prossimi al disfacimento…Società diabolica!

Leopold Persidi Roma.23-04-2004

 
RIFLESSIONE

Io raccolgo quello che gli altri abbandonano
e vivo in una dolorosa dignità.
Cos'è più reale del dolore.
Dolore e sofferenza, sono fardelli pesanti;
e chi è lo stolto
ch'è lieto di vedermi soffrire,
e recar danno ai miei piccoli amici.
Per quel ch'io faccio per loro
nessuno mi è anteposto, forse,
e poche persone sono stimate a mio pari.
Non sono bello come Alcibiate,
non ricco come Ipponico,
ma generoso come Cimone.

Leopold Persidi Roma. 21-02-2002

* personaggi illustri della antica Atene.

 
Roma 14 -7 -2002 .

Se sia più nobile nell'animo soffrire
i sassi e i dardi dell'oltraggiosa fortuna,
o prender l'armi contro un mar di guai
e contrastandoli per por fine ad essi.
Amleto. W. Shakespeare

UNO e POI TUTTI

Morto uno così sono morti tutti,
tutti abbracciati dalla stessa sorte
solo l'aspetto, la causa, gli effetti,eran diversi.
Più o meno sofferti e travagliati ma,
il tutto riconduceva alla stessa soglia,la morte.
Per loro l'ultima ora è sonata
hanno varcato il confine del non ritorno.
Non sono mai esistiti se non per me.
Passati come ombre, come rifiuti,
la loro entità è stata buttata via
nel cestino del dimenticatoio.
Pensate: che importanza hanno,
sono soltanto dei gatti.
Leopold Persidi (12-07-2002)


48. ore.

48 ore e non di più, tanto è durata
l'anticamera per morire.
Non c'è stato verso,tutto è inutile
lei la fa da padrona ,lei viene e li porta via,
senza pietà ;dopo tutto non si sa, cosa sia
è la sua natura,non ha riguardo per alcuno,
non ha discernimento il suo compito è la fine.

Leopold Persidi (12-07-2002)

 
Tanti Figli ( gattini)

Un padre solo, ma con tanti figli
tante piccoli bocche da sfamare,
mi sento felice beato in mezzo a loro.
Nulla temo per me, non ho paura ,
ma temo il male che a loro fanno
indifese creature .
Cosi vederle appaiono più pure
verso la via della sublimazione.

Leolpold Persidi Roma 22-5 -2002

 
SENZA RESPIRO

Travagliate paure notti insonni,
giorni inquieti;per vegliare su di loro.
Lotte infide e continue
contro coloro che hanno deposto il cuore
eleggendo a re la crudeltà.
Individui iniqui,
che dell’anima hanno avuto solo sentore
come qualcosa che a lor non appartiene.
Sciagura:
Angosciante visione di uomini perduti,
che non toccati dall’amor usano oltraggio.
C’è a chi il cuor si scioglie con tanto amore,
altri il cuor indurisce come creda cotta.
Povere creature in balia di tutto il male,
che l’uomo scellerato gli affligge.
Chi ne avrà cura,
che ne sarà di loro dopo di me ?
Ora tutto è quasi quiete, si respira la pace.
E’ sereno stare in mezzo a loro.
Scaricate su di me le vostre colpe,
le vostre frustrazioni;ma non lasciate
che questo piccolo mondo muoia.
Se non avete amor per loro,
si posi sui vostri cuori,la pietà,la carità
e lasciate che vivano.
Dio Dio mio! Non permettete
che strappino le ali alle farfalle.
Farò cose impossibili
in modo che gli altri mi credano.
Leopold Persidi Roma.30-05-2003

 
SORTE

Accanita,impietosa sempre ti mostri
verso questi miei piccoli amici.
Rapida come folgore ti abbatti,
contro questi poveri sventurati,
ratta, poi prendi e li porti via esamini.
Oh infelice esistenza che tutti ci accomuna,
veder loro gemere nella sofferenza,
porta via con loro l’anima che si strazia.
E’ come sentire piangere un bambino
immerso nel dolore e di non poter far nulla.
Vederli esalare l’ultimo respiro
e cercare invano di portar conforto,
sento di partire, morir con loro,così
sconvolto mi rattristo e poi
come tempesta mi placo;
non rimane che piangere.
Consolazione,non soffrono più,
dormono per sempre…
Dispregiata sorte maligna.

Leopold Persidi Roma 03-07-2003

 
Dimenticati

Siate generosi buttate gigli a piene mani
Sulle tombe dei bambini.
“delicato verso di Virgilio”
E’ giusto e doveroso!
Ma chi si ricorderà,
dei miei piccoli amici dimenticati?
Tra rovi,pietre di tufo ed erbacce.
E’ solo mio il compito di piangerli
E a piene mani donare l’affetto,
che come un soffio puro e sincero
esce dal mio cuore.
Sono anche loro bambini.
Crescerà nelle loro misere tombe:
una bella di notte,un cardo
una malva,una margherita.
Sono i fiori della pietà,ciclici e spontanei,
ed è fiore per loro il mio cuore
che mai li dimentica.
Piange la mia anima
E per sino le cose che ci circondano,
si mostrano pietose.
Gli uccelli a capo chino non cantano più.
Regna la commozione,non c’è posto per il sorriso.

Leopold Persidi Roma. 08-08-2003

 
PICCOLO

Quando ti portano un piccolo
Abbandonato, disperso,
non discutere! Accettalo subito!
Toglilo dalle mani incompetenti,
più delle volte mendaci e crudeli.
Prendilo tra le tue
Mettilo vicino al tuo cuore,
fagli sentire con le tue carezze
sicurezza, tranquillità.
Trasmetti il tuo affetto,
tutto il tuo amore,
donagli ristoro e conforto,
fai in modo che si abbandoni al sonno
con un sospiro di sollievo.
Hai lenito le sue paure,le sue sofferenze,
ma in te rimane trasfusa la gioia
e una forte emozione che ti fa piangere.
E’ la pietà per queste povere creature
che ti fa grande.
Riconsolati,lascia agli altri la meschinità.

Leopold Persidi Roma. 15-12-2003



A LITTLE ONE

When they leave you a little one abandoned,lost,
don’t question it! Accept him immediately!
Take him out of unqualified hands
frequently cruel and dishonenest.
Hold him in your hands,
put him close toyour heart
let him feel safe and peaceful with your hugs.
Convey your love, all your love;
give him comfort and relief so he can sleep peacefully.
You soothed his fears and sufferins
but joy transmitted to you now settes in
and strong emotions make you weep.
Having pity for these poor creatures makes you great.
Console yourself; leave cruelty to others!

Leopold Persidi Rome Dec.15,2003

 
Lettera Denuncia

Non tralasciate le colonie,salvezza e rifugio di queste povere creature;dove avvengono le più spietate discriminazioni e i più acerrimi conflitti. Qui è evidente il razzismo e lo specismo,
non si da tregua alle degne-sensibili persone che difendono,sfamano e hanno cura di questi esseri
indifesi. E’ l’oltraggio:Che non si addice ad una società, la quale si ritiene civile.
Questa società,come Astured dea dei Sumèri, è madre di ogni abominio.
Le recrudescenze, le morti accertate o presunte,le sevizie,i maltrattamenti sembrano inverosimili,
ma purtroppo sono di una realtà agghiacciante e vigliaccamente crudele..Dovute all’ignoranza,
all’ avversione,alle discriminazioni,che adulti e non,hanno nei confronti di questi sfortunati animali…Tanto,che i su accennati,aggrediscono con minacce di morte e decisione cruenta di sterminare le colonie.
Adulti che istigano e fomentano “ragazzacci”,gia predisposti o per emulazione a spedizioni sadiche contro questi nostri piccoli amici.
Attorno regna l’omertà più assoluta,le coscienze più sensibili dormono per paura.
Chi ha cura di queste creature,porta viva dentro di se, un’amarezza di non aver fatto abbastanza
per loro.

Leopold Persidi ( il poeta gattaro) Roma 03-10-2003

 
Frate Francesco

Frate Francesco,che nella tua pur breve vita,
solo, spoglio,ammalato,dalle stigme afflitto;
forse non sai,quanti e quanti nemici ho.
E’ per amor di queste povere creature,
che fanno parte del creato,
vengo sfottuto,vilipeso, calunniato,aggredito;
ho rischiato il linciaggio
e più volte di morir bruciato
per salvare,questi miei piccoli amici.
Sghignazzato,escluso,emarginato
Dai miei simili che hanno il dono della bestialità.
O devo dire ancora,come Tu dicesti,
frate Leone:”questa è vera letizia”.
Fino a quando dovrò sopportare
Le angherie e i soprusi
Di questi indegni figli di Dio?

Leopold Persidi Roma-6-7-2002

 
CONSOLAZIONE

Malgrado tutte le avversità,
“pascere” con loro è grande consolazione,
anche se straziato,
il mio cuore è colmo di gioia.
Mentirei a me stesso,
se dicessi di essere felice
e avrei rimorso per l’eternità.
Lasciatemi piangere non ho vergogna,
lascio ad altri la fatua felicità.
E’ il mio stato d’animo,non posso cambiare
l’evidenza che mi circonda.
Sono la mia luce,la mia speranza,
la mia tranquillità.
Affini alla mia anima e consolatori
nei momenti disperati.
Ma se tutto il mondo ci trascura,
se tutti c’ignorano e nessuno ci ascolta,
viene dentro di me un dolore,che lento
mi corrode,mi consuma e mi porta a morire;
allora non resta che partire.
Perdersi nel nulla,in un viaggio senza ritorno.
Il tempo fugge “inaudito”.
Se assolvete quelli che hanno colpa,
che ne sarà degli innocenti?
Se mi togliete la spada mentre affronto
le dure battaglie della vita,
come potrò difendermi?
Eppure amico io vi sono sincero e unico.
E se non avete cura di me e dei miei piccoli,
come posso aver stima di voi?
Volete forse che la vostra anima perisca
prima che il sole tramonti?
Infingardi!Guardatevi pure dal sole,
che va a dormire,forse
non vedrete l’alba del nuovo giorno.

Leopold Persidi Roma.25/31-2003

 
Amor Per Loro.

Come Didone,nell'Eneide,
conoscendo io stesso il dolore,
chi più di me può portare aiuto
a questi poveri infelici !?…
E' più facile che il sole cambi il suo percorso,
ch'io l'amor per loro.
Anche se dovessi attraversare
la valle della morte,
ed affrontare tutte le vicissitudini
che vi s’incontrano,
difenderò ogni momento,
coloro che ho sempre amato.
E se pur la morte cavalca il mio destriero,
c'è qualcosa in me che non morrà mai.
L'animo sensibile si ricorderà di me
e condividerà la mia miseria.

Leopold Persidi. (30-9-2002)

Monday, December 26, 2005

 
Come un Giglio

Non si può dire di una luce che non si vede,
che non esista.
Ci sono stelle che si vedono ancora accese,
malgrado la loro luce sia spenta.
Altre che vedremo presto o tardi la luce,
che sono in viaggio.
Così ho visto nei tuoi occhi la tua anima sorridere,
con un’espressione d’intensa commozione.
Ho percepito un lieve segno di malinconia,
ma sempre pieno di dolce umanità.
Ho sentito vibrare la toccante armonia
di un amore comprensivo per i miseri.
Ho colto nel giardino dei miei pensieri,
la tua commovente dedizione e la promessa d’aiuto,
per coloro che vivono con gli animali.
E’ un sollievo per la mia anima in pena,
sempre riversa in difficili situazioni.
Hai dimostrato rispetto e pietà,
per le mie povere creature;
cos’ io porgo, con il cuore,rispetto dignitoso a te,
come giglio che orna l’altare.

Leopold Persidi Roma. 12-12-2005

 
Il RISPETTO

La pazzia ereditaria dell’uomo,
ha cancellato le ultime vestigia dell’umanità.
Sono immerso in un mondo crudele e malvagio,
mi trovo in prima linea a combattere
per difendere il diritti e il rispetto che a loro si deve.
E’ un dovere dell’uomo elevato sentimento,
un atto d’amore, di civiltà legittimo.
I più non ascoltano restano sordi,dimenticando,
che una foglia caduta può provocare una valanga;
allora pianti e disperazioni per gli indifferenti.
Vita prolungati,che sarà dopo di me?
Chi avrà cura di loro?Itineranti, vacanti,
abbandonati e soli;non potrò più accudirli.
Chi li prenderà presso di se,
chi è colui che avrà misericordia?
Creature considerate meno che niente,
ma pur sempre indifese figlie da rispettare.
Lasciati senza amore, senza affetto,
privati d’ogni necessità,in balia dell’estremo disagio,
soggette a tutte le angherie e spietate violenze;
alla fame alle intemperie,decimate da malattie,
afflitti da continue sofferenze,terrorizzate dalle paure.
Quando le incontrate siate gentili,fate loro una carezza.
Se mi rimproverate di amare troppo
questi miei piccoli amici,
allora dimostratemi di amare il vostro prossimo.

Leopold Persidi Roma.04-01-2003

 
CONFORTO

Conoscitore del dolore e degli affanni,
chi più di me è portato ad aiutare i relitti,
gli offesi,gl’infelici?!
Non temete,poveri figli quando vi troverò,
addolorati,indifesi senza conforto;
sarò sempre al vostro fianco,
per aiutarvi e consolarvi.
La mia casa non è una spelonca,
poiché sono,sempre, in compagnia
di voi miei piccoli amici.Resto con voi.
Son venuto per lenire le vostre sofferenze
dell’animo e del corpo,ora e subito,
al presente che sono ancora vivo;
il dì del poi non potrò più aiutarvi.
Forse non del tutto morrò,
rimarrà, in voi,una parte di me,
dolce ricordo di consolazione.
Che illusione, vana speranza,lontana dalla realtà,
sogno irreale che mi affligge e mi disarma,
come aiutarli ancora e consolarli.
Mio desiderio è portarli con me
oltre confine,orfani soli, sventurati,
senza dimora anche dopo la morte.

Leopold Persidi Roma.04-08-2002

 
Poetesse

Non credevo che poetesse, raggiungessero
apici elevati nella poesia,
dedicata ai nostri piccoli amici.
Scaturisce una sensibilità
e una forte emozione da far piangere.
Angeli venuti a lenire le sofferenze
di questi poveri figli e far conoscere agli ignari,
in opere di garbate liriche,racconti,
epitaffi di pianto,
l’amore che avete per loro.
Sono delicati voli della fantasia
che rispecchiano la realtà cruda
di quello che accade a queste misere esistenze.
Si rimane sconvolti dall’operato turpe
di certi loschi individui,i senza cuore,
che hanno perduto per sempre la pietà.
Morire soli in una”agonia atroce”
lontani dagli uomini che incutono paura
è verità,è il fato ingannevole
impersonato da uomini perversi,
colmi di superstizioni,ed odi;
scatenati dalla cattiveria e dall’ignoranza
e un’atavica persecuzione verso gl’ indifesi.
E’ commovente quando la dea Babest esordisce:
“che i miagolii e le sofferenze giungono dalla terra”.
“Il sogno, per noi gattini,è di convertire
i vari miserabili “Pannicucci”,
punti dalla loro stessa cattiveria.

Leopold Persidi Roma. 03-12-2003

 
LA SPERANZA

C’è stato un tempo che viveva con me
l’inseparabile amica speranza,
poi l’ho perduta,rubata da ladri;
ora cerco di riprenderla,
e scrutare s’è ancora dentro di me.
Forse è un sogno,volo illusorio della fantasia,
o tangibile riemergere delle cose nascoste.
Difficile uscire dalle ombre del passato
e palesare la voce della ragione e del controllo.
Forse presiederò, come la dea Atropo,
alla morte di chi mi ha tanto offeso;
sarà una notte di tenebre ad offuscare la luce,
ed annunciare un terribile giorno di “vendette”.
Ma io non amo introdurre le miserie,
nelle vostre vite sciagurate.
Ho riabbracciato i miei piccoli superstiti,
scampati alle vostre nefandezze;
qui nel mio cuore ho trovato quello che cercavo,
sincero custode degli affetti profondi.
Sono pervaso da una meravigliosa gioia,
che mi sprona ad affrontare le battaglie future,
perché loro mi degnano di rispettosa amicizia.

Leopold Persidi Roma.23-07-2005

 
FELICI

Come fossero stati sempre con me,
quando li portano mi appartengono
non come mia esclusiva proprietà,
ma per reciproco e intenso affetto,
anch’io appartengo a loro
eternamente legati,uniti e sempre liberi.
Piccoli amici senza pari,
nel bene e nel male compagni di avventura.
Dolce risuona il vostro miagolio
che si perde nell’aperta campagna.
L’accattivante ronfare fragoroso
è il richiamo,il fraseggio dell’attendere,
e poi via,camminando ci perdiamo felici
immersi nella natura feconda.

Leopold Persidi Roma. 28-05-2005

 
IL PIANTO

Avete mai sentito il pianto di queste povere creature,
assistito e visto gli spasimi?
Allora non potete rendervi conto
quale sia l'angoscia che vi attanaglia
e la tragedia che si vive.
Alcuni entrano in un palmo della mano
e vi lasciano l'impronta,
come cosa duratura e perenne.
Mi uccide il sonno,la triste compagna di tutti,
è sempre presente per portarseli via...
è un mondo di tragedia velato di sommesso pianto,
che puntualmente si rinnova e non ha fine.

Leopold Persidi Roma.12-07-2002



MARTINO

Povero sfortunato figlio
la sorte non ti è stata benigna,
creatura della sofferenza...
dai spazi infiniti sei venuto
eri appena affacciato alla vita
e rapito dalla morte sei tornato.
L'inganno del fato ti ha strappato
alle coccole,agli affetti pieni d'amore
di chi ti avrebbe voluto bene...
Ti piango e soffro come mamma
poiché t'ho visto immerso nel dolore.

Leopold Persidi Roma. 05-11-2004

 
COME STRACCI

Quante notti insonni per vegliare su di loro,
appena affacciati alla vita subito
sono stati strappati dal petto, dalle
amorevoli attenzioni, della mamma
e buttati come stracci in mezzo alla strada.
Hanno ancora gli occhi chiusi,non sentono,
con pietà e amore dono loro le prime cure.
Faccio quello che può fare un surrogato
di mamma,li alimento con il biberon…
sono come bambini,piangono continuamente
non soltanto per fame,ma spesso perché
bagnati di pipì.
Ansietà premurosa per strapparli alla morte,
è tutto vano;lei viene,uno alla volta se li porta via…
forse pietosa verso questi miseri figli,
rispettosa per i miei sentimenti d’amore.
Lacerato dal pianto,come padre,
che sta perdendo i suoi piccoli figli,
come benevolo re,senza sudditi,
che ha perduti, per sempre,i figli del suo popolo.
Tutte le piccole vite si sono spente,
non ho potuto difendere
una candela accesa nella tempesta.

Leopold Persidi Roma.04-08-2004

 
Poveri Poveri Figli

Vengono immolati nei cimiteri
negli altari,nelle messe nere,
seviziati,uccisi,come altri animali,
nei laboratori di vivisezione.
Vengono abbandonati,rifiutati,espulsi;
lasciati a morir di stenti in balia dei soprusi,
dell’indifferenza,della cattiveria,del sadismo.
In ogni luogo:dentro le case,
sulle strade, nelle campagne.
Con ogni mezzo,viene perpetrato
l’olocausto in massa,della specie.
Tragico oltraggio!Povere creature.
Vergogna per noi,che quasi nulla facciamo,
per alleviare le loro pene e salvarle
dalle morti certe e cruente.
Per dileggio del fato,della cattiva sorte,
sono in balia di gente infida,
astuta e senza scrupoli.
Emerge nel sommo delle cose negative,
l’acuirsi della cattiveria umana
e il degrado della società.

Leopold Persidi Roma.06-11-2003

 
SON VENUTO

Non so s’è stato scritto nel cielo,
o sono stato prescelto dal fato…
son venuto a lenire le sofferenze
di queste emarginate creature.
Vado elemosinando la pietà
per salvare questi infelici.
Soggiogato da elevati sentimenti
non vengo mai meno al mio operato di carità.
Sto esplorando le anime nei loro intimi segreti
e scopro una desolante miseria nei più.
L’umanità è avvolta in un sudario,
che ha impresso orrori e sangue.
E’ il dolore che mi unisce agl’infelici
e mi porta lontano dagl’indegni,
procacciatori diabolici del male.
Cerco d’inondare di luce accecante
quelle cose che sono rimaste sempre in ombra
le coscienze ,invano sono già morte!
Non ricevo che offese e negazioni.
Provo sdegno, repulsione,poiché
maleficamente celate, nascoste,
preferiscono l’oblio e morire nel buio.
Se ci dovesse essere un paradiso, gl’infelici
li troveremo di là che ci aspettano…
altrimenti c’è stato soltanto l’inferno…
tanto valeva non nascere.

Leopold Persidi Roma.02-07-2004

 
Affascinanti

Li guardo negli occhi
e rimango estasiato a contemplarli,
affascinanti creature dagli occhi
penetranti,misteriosi.
Quando c’è quiete e dichiarata tregua,
li osservo:fa caldo, si abbandonano
al sonno in posizioni strane;sdraiati
di fianco o con la panzetta all’aria…
Raggomitolati quando è freddo,
si coprono gli occhi con le zampette
per non veder la luce.
Sono la mia consolazione,
ristoro per la mia anima,mai assuefatta
alla perdita,di ognuno,di questi poveri figli.
Ogni giorno si rinnovano gli affanni,
quando individui spietati senza senno,
mi coinvolgono e sconvolgono la mia vita.
Orde barbariche di vili,
che muovono contro e si preparano,
ignominiosamente all’assalto, mettendo
a dura prova la mia precaria esistenza.
E’ la forza degli ignavi,degli abbietti,
dei volgari,degli zotici,tutti figli
della più grande delle miserie-l’ignoranza…
Io in questo scorcio di miseri anni
e loro poveri figli nei millenni,
persistiamo ad affrontarla e combatterla.
Ahimè! Muoiono gl’ignoranti,
ma la squallida e spietata ignoranza rimane.

Leopold Persidi Roma.07-07-2004

 
DISEREDATI

Vivo tra disaggi perenni dello scempio
e senza scampo.
Venite a me voi che siete scacciati , diseredati,
disdettati,abbandonati,affamati,sofferenti,
pieni di dolore, di piaghe, di paure,
soggetti a letali privazioni;
privi dell’affetto e dell’amore.
Venite e riposate in me,lieto
di accogliervi e di abbracciarvi…
Il mio cuore palpita nel vedervi,
nella mia anima,c’è posto per tutti,
poveri infelici;ed io felice,
perché sono con voi a consolarvi.
Forse percepite la gioia che divido con voi…
Allora come librarsi ci eleviamo
liberandoci dalle pene e dagli affanni,
che questo perverso mondo c’infligge.
Tormentate creature,martiri della sofferenza,
vorrei portarvi con me senza travagli
per non lasciarvi soli ad affrontare
disdicevoli incontri con l’orrore.
Vi prego dal vostro profondo mistero,
fate in modo di non nascere più…
Non voglio vedervi soffrire,
così partiamo tutti nel viaggio eterno,
per non più lasciarci…Dormire,
sognare,forse,gli uni accanto agli altri,
in misteriosi dì senza tempo;
svanire nel nulla,per non più tornare,
riposare,gioire senza dolore,senza affanni.

Leopold Persidi Roma.15-06-2004

 
Commozioni

Molti di loro li prendo tra le mie braccia
li metto vicino al mio cuore per rassicurarli,
dolcemente si acchetano e prendono fiducia.
Come per incanto,si annullano tutte le sofferenze,
di avvenimenti drammatici,scontri fisici e verbali,
lotte che non hanno mai fine;si fanno strada
commozioni intense vissute,che non hanno l’eguale.
Le lacerazioni dell’anima si saldano,deliziosamente
escono dall’inquieto e godono della gioia affine,
con queste perseguitate creature.
La felicità mi appartiene,
perché credo alla bellezza dei miei sogni;
Custode degli abbandoni,degli infelici,dei sventurati
Il mio cuore è grande,pieno d’amore,di pietà
in seno alla mia anima senza tempo,
che gioiosamente si eleva e respira.

Leopold Persidi Roma.02-05-2004

 
Creature del Dolore

Rendetemi i miei figli cosa ne avete fatto?
Non abbiamo, non facciamo,non faremo nulla,
per salvare le povere creature della terra.
Non saremo mai perdonati,
per le nostre nefandezze,per le scelleratezze
propinate a questi innocenti.
Gli occhi sempre tristi- malinconici
specchio dell’anima,rivelano sofferenze,dolore;
sono sempre vittime,delle miserie,
delle meschinità delle menti,aggrovigliate
in un vortice squallido pieno di brutture.
Creature del dolore, evidenti gli stenti…
Le paure, la fame,la sete,il freddo,
gl’incauti –irresponsabili strapazzi
soggetti a tutte le nostre angherie
esposti a disagiate condizioni,che
a profusione gli offre la natura.
Essa crea, elargisce sofferenze senza tregua,
complice l’uomo e discrea soltanto
all’esalato ultimo respiro.
Ingrata natura! Lascia a me il loro dolore
non posso e non voglio vederli soffrire.
Sono in mezzo a loro,vivo e soffro con loro
faccio parte,come cosa unica,della loro esistenza
e vado in cerca dei miei figli perduti.

Leopold Persidi Roma.23-12-2003

 
VIVERE OGNI GIORNO

Vivo ogni giorno con loro
con la speranza di viver tanto.
Quale pena lasciarli soli senza il mio affetto,
dilette creature.
Oh feroce sorte che mi privi di questi figli,
ti chiedo ancora di restar loro vicino
fugga quel giorno inevitabile e triste,
perché io li voglio,ancor presso di me.
Oh beatitudine nascosta a molti,
lievitazione del corpo,misterioso obliarsi,
vivere in altra dimensione e perdersi.
Se non ci fosse la pietà la sognerei,
se non ci fosse la carità,aprirei la porta
e lascerei passar la morte.
Ma per l’amor ch’è in me direi:
si fermi la barca che traghetta il mio corpo
e mi sia di sollievo, la speranza di vita,
ormai prossima a smarrirsi…
Intanto il tempo fugge inaudito e non ascolta.

Leopold Persidi Roma. 18-05-2003

 
SI PERDONO

Non poterli consolare nella premorte
quando svaniscono,ma nel ritrovarli,
c’è un sospirato sollievo
che diminuisce l’angoscia,
poiché erano perduti.
Allora i sentimenti mi prendono il cuore
per farlo piangere e poi deporlo,
sulle misere tombe.
Il fato ha voluto e determinato,
che le cose si svolgessero così.
A volte la morte li coglie esamini, distesi.
A volte i loro corpi sono contorti
da una presumibile agonia di dolore.
A volte abbracciati a loro stessi
come per darsi conforto.
Altre volte irriconoscibili,
perché consunti dilaniati.
Oh precaria condizione di vita
per questi infelici.
Oh dolorosa esistenza che fa soffrire
queste creature che piangono senza lacrime.

Leopold Persidi Roma-20-3-2004.

 
RIUNIRVI

Potervi accogliere,sfamare,curare,
togliervi dalla strada e fare in modo
che voi restiate con me.
E’ mio desiderio alleviare le vostre pene,
il sogno mio più grande è che voi
venite da me senza il travaglio delle sofferenze.
Voi sollievo e ristoro dell’anima mia,
che nessun crede e dileggia.
Aspirazione di annullare tutti i vostri dolori
e vivere beati in un desiderato paradiso…
Sogno che sprofonda,ove le visioni
sono tormentose e i cuori tormentati.
La realtà mi angoscia e mi sconvolge,
un’amarezza m’invade indifeso
per non aver potuto,quasi,far nulla per voi.
Una tristezza rimane in me socchiusa
con tutte le sue radici e non mi lascia,
sin con l’aggiungersi di un’altra.E’ la fine!
Povere,povere creature,cosa vi aspetta…

Leopold Persidi Roma.24-01-2004.

 
Poveri Piccoli.

Nella mia casa abita la morte
che spesso viene a trovarmi
perché ho tanti piccoli amici.
Muoiono tra le mie braccia
con gemiti e lamenti.
Per strada li raccolgo,
vedo nei loro occhi la morte
che improvvisa li ha colti
senza consolazione .
A tutti se pur misera,
una degna sepoltura.
E per color che sono smarriti
il mio cuore piange.
Leoplod Persidi Roma 18-5--20

Ero solo nell' immensità e non percepivo alcun che

Leopold Persidi

Le foglie d'autunno sono fiori caduti non colti
Leopold Persidi Roma 15-5 2002

 
Chi avrà cura.
Chi avrà cura.
Quando terminerò
il viaggio in questo mondo,
chi avrà cura di loro,dei miei piccoli?
E d'ora che sono ancora in viaggio,
chi si sta prendendo cura
di quelli che non conosco?
E' questa la mia grande pena
non poterli conoscere ed aiutarli.
Ma il mio amore li accoglie tutti
in un solo abbraccio
e li accompagna sino alla fine.
Dove loro andranno io sarò
e prenderò a mio carico,
tutto il loro dolore, tutte le loro sofferenze.
Si dolce sentimento senza pari
ricambiato dall'affetto incondizionato.
Si grande è la gioia
che riempie il mio cuore
e l'anima rimane incantata
da queste misteriose creature.
Chi siete spiriti gentili
che vi prendete cura di loro?
Oh sventura per quei poveri
che nessuno potrà mai portar conforto.
Oh fato che ti accanisci contro i miseri
che vivono di stenti, malati e senza affetto
portali via, non farli più soffrire.
Tale è la gioia vivere con loro
che sembra di essere in Paradiso.
di Leopold Persidi Roma-8-8-2003

 
N O N E’ T E M P O ….

Non è ancora tempo di morire
ho tanti piccoli amici da raccogliere.
Ci vorrà,poiché nulla si disperda,
la morte aspetti e il tempo si dilati.
Non posso lasciarli soli
hanno bisogno di me ed io di loro.
Gioisco e piango ,a secondo gli eventi.
Temo e frèmo quando sono a me vicino.
Non amo perderli,
anche se la sorte accanita si scatena su di loro.
Desidero ancor vivere
pur affrontando tutti i travagli della vita.
Sono la mia vita la mia esistenza.

Leopold Persidi. Roma. 27-12-2002

 
Il Faro

Non sono voli della fantasia
ma espressioni e sentieri dell’anima.
E’ solo un rifugio:
Fortunati coloro che approdano in questo sito.
Povere creature,
ch’è stata tolta da tempo la dignità;
qui trovano ristoro e amore
rinnovata fiducia verso l’uomo amico,
serenità e nuova speranza alla vita.
Qui non c’è diversità di specie
ma una profonda affinità
di sentiti ed elevati affetti.
Qui non si esiste ma si vive!
Sino all’ultimo respiro,circondati d’amore
è la pietà che piange e li accompagna.
In questo luogo di carità si nobilita l’uomo
e in altri simili, altrove.
E’ gioia grande accogliere i pellegrini smarriti.
C’è un fremito ,un’ansia,
assidua è la preoccupazione
ma poi,è il cuor che vince tutte le avversità..
E’ il Faro la luce della speranza
Dove beate sono le creature, che vi risiedono.

Leopold Persidi (08-10-2003)

 
EFRIAM

Piccolo gattino nero
non volevi esser posato
ma, morire sopra la mano del cuore.
Poi non contento,ti ho abbracciato
e ti ho messo sopra il mio petto.
Il cuor mio batteva quasi all’unisono
con il tuo piccolo cuoricino affannato,
volevi morire così;
come volessi sentire i battiti del cuore
della tua mamma…
Così ti acchetavi, quasi dormivi
nella lunga agonia.
Tutta la notte sul petto,
non volevi essere posato altrove;
solo al mattino quasi incosciente,
hai trovato riposo sulla poltrona.
Si respiravi ancora, senza lamento,
poiché dormivi…
se pur rapido batteva il tuo cuore
man mano affievolito, più lento cedeva,
ti consegnava al lungo sonno.
Leopold Persidi. (06-07-2003)


APPENA NATI

Sono due piccoli neonati,
la morte li sta ghermendo,
non posso fare niente per loro.
Non sentono neanche il mio affetto,
il mio dolore.
Si lamentano, si spengono
lentamente.
Oh deleteria “entità”che ti appropri
Di due piccole vite appena sbocciate.
Hanno ancora gli occhi chiusi,
ma il pianto è così accorato,
da far fremere le membra.
Ingiusta “sorte” , che così tanto ti accanisci
contro chi non ti ha mai offeso.
Dea di pochi fortunati.
Leopold Persidi. Roma-(03-06-2003)




EFRIAM

Piccolo gattino nero
non volevi esser posato
ma, morire sopra la mano del cuore.
Poi non contento,ti ho abbracciato
e ti ho messo sopra il mio petto.
Il cuor mio batteva quasi all’unisono
con il tuo piccolo cuoricino affannato,
volevi morire così;
come volessi sentire i battiti del cuore
della tua mamma…
Così ti acchetavi, quasi dormivi
nella lunga agonia.
Tutta la notte sul petto,
non volevi essere posato altrove;
solo al mattino quasi incosciente,
hai trovato riposo sulla poltrona.
Si respiravi ancora, senza lamento,
poiché dormivi…
se pur rapido batteva il tuo cuore
man mano affievolito, più lento cedeva,
ti consegnava al lungo sonno.
Leopold Persidi. (06-07-2003)


APPENA NATI

Sono due piccoli neonati,
la morte li sta ghermendo,
non posso fare niente per loro.
Non sentono neanche il mio affetto,
il mio dolore.
Si lamentano, si spengono
lentamente.
Oh deleteria “entità”che ti appropri
Di due piccole vite appena sbocciate.
Hanno ancora gli occhi chiusi,
ma il pianto è così accorato,
da far fremere le membra.
Ingiusta “sorte” , che così tanto ti accanisci
contro chi non ti ha mai offeso.
Dea di pochi fortunati.
Leopold Persidi. Roma-(03-06-2003)




v

 
CONOSCERLI

Voi siete l’alba,il tramonto,la luce
la verità,la speranza, la vita.
Voi siete tutto quel ch’io non sono.
Voi siete me,ed io cerco di essere voi.
Li ho amati prima di conoscerli
e ora che li conosco ancor di più.
Affine e simile a loro,prima ch’io nascessi,
ci aspettavamo,ci siamo incontrati
per non perderci ed affrontare,
le spregevoli vicende della vita.
Per le strade, per la campagna,
per gli anfratti
vado in cerca dei miei piccoli smarriti
ed incontro altre creature perdute.
Evidente nei loro corpi la paura,
i disagi,le piaghe,
le lacerazioni intime dell’abbandono
delle piccole anime che vagano
senza speranza.
Il cuor mio si stringe, si strazia
la mia anima rimane sconvolta,angosciata
atterrita da tanto orrore.
Inconsolato, resto con loro e piango
e dove più acuto è il dolore,
il mio cuore si scioglie.

Leopold Persidi Roma. 21-02-2004.

GIOIA E CONFORTO

Io sono il vostro conforto
venite, abbracciate la mia gioia,
che cura e lenisce le vostre sofferenze.
Attorniatemi vi sfamerò,vi curerò
il mio cuore è sicuro rifugio per voi
miei piccoli amici.
Non vi sentirete più abbandonati,
la mia presenza è garanzia di coccole,
di sicurezza.
Non disperate vi sarò sempre vicino.
Portate con voi i vostri amici che non conosco
ditegli che c’è chi gli vuole bene.
Vi cerco,vi accolgo, vi aspetto!!!
Quando incontrate queste creature
guardate i loro occhi sofferenti,
che implorano:”Dio Dio mio
quando mi viene a prendere”…
E loro pazienti aspettano
abituati come sono nei secoli
nella lunga contemplazione dell’eternità.

Leopold Persidi Roma. 21-02-2004.

 
ACCOGLILI

Accoglili, non respingerli,non buttarli via,
non fagli sentire un secondo abbandono;
povere creature sballottate,
affidate,adottate,di nuovo respinte
e poi lasciate per sempre.
E’ l’incoscienza,l’inciviltà dei più, privi d’amore,
che mettono queste sfortunate esistenze
in mano alla cattiva sorte,che va loro incontro
beffarda e senza pietà…
Alleata com’è di molti infelici umani
è lo scherno del male.
Allora è bene esistere per essere accanto
a questi compagni di vita misteriosi,
che silenziosi aspettano la loro fine
e toglierli,con tutto l’amore
dalle grinfie delle sofferenze.
Amateli date loro affetto incondizionato
fate in modo che riconquistano la fiducia
e sussurrategli che non tutto è perduto.
Stringeteli sul vostro cuore,così sentirete
la vostra anima più lieve che sospira,
e si libera dal peso degli affanni.
In un afflato di puri sentimenti
si compendiano gli affetti
in una fusione di sogno gioioso.
Dormire non svegliarsi
in questo mondo perduto
è più dolce morire in un abbraccio eterno.

Leopold Persidi Roma.08-03-2004

 
E' un impulso naturale e straordinario quello che muove ogni atto del "buon samaritano" riconosce se stesso nell’altro. La stessa sensibilità d'animo,lo stesso amore attivo, incondizionato lo ritroviamo qui in questa poesia dedicata ad una piccola creatura abbandonata.
L'amore per gli animali è amore per la vita! Questa è la " magia" di cui parla il nostro autore. Egli in questo suo trasporto emotivo, pieno di apprensione e gioia commossa, in questa "adozione" a prima vista, ci rammenta un grande insegnamento: la nostra vita ha valore soltanto quando ogni nostra azione e rivolta ad alleviare le pene del nostro prossimo, un’atto d’amore, spesso silenzioso, che riconosce a tutti la stessa dignità. La ricompensa è quel riempire se stessi nel donare all’altro.
n Caleidos on 16/04/2005 (Website)

UN GATTINO ABBANDONATO*

Come posso dir di no ad un gattino abbandonato?
L’ accolgo,lo riscaldo,lo nutro.
Mi commuove il pianto accorato,
è sempre l’amore che prevale e mi lega,
dolce è la magia di questa creatura smarrita
profonda è la pietà che mi pervade,
resto commosso e felice
e come d’incanto mi perdo.
Piccola creatura
Come visione appari agli occhi miei.
Non hai più le tenere cure della tua mamma.
Posso abbracciarti,asciugare il tuo pianto,
posso nutrirti e consolarti,
poi col tempo diventeremo amici
in una perfetta affinità.
Ora riposa,dormi,sogna beato
Sono vicino a te,non sei più solo.

*Premio fedeltà ANNA MARIA SALERNO (Sezione Poesia)

Leopold Persidi Roma.29-05-2002

Sunday, December 25, 2005

 
Sezione Poesia
2° classificato
Leopold Persidi

Con la poesia La Mia Colonia Felina
Motivazione
Un quadretto umanono-animalistico scandito da vivide immagini.Nella semplicità della composizione è esaltata intensamente una situazione intimistica reale che coinvolge molta umanità. Nei versi o prosa lirica si avverte la carica interiore dell’autore e il suo entusiasmo che nella sobrietà espressiva,sa impegnare l’attenzione del lettore. Un vissuto esaltante,un momento d’evasione,di gioia,di comunicazione che fa dimenticare le visioni pessimistiche sul mondo animale che spesso il mondo offre con generosità.

LA GIURIA DELLA SEZIONE POESIA: Nora Rosanigo—Renato Martini--
Angelo Paoluzzi—Franca Salerno
LA MIA COLONIA FELINA *

Come l' Aurora, piange al mattino
Il suo figlio morto ucciso d 'Achille
Così anch' io, piango ogni giorno
I miei piccoli amici che non ci sono più.
Mi sento più simile a loro e dissimile ai miei simili
E se qualcuno di essi soffre e muore, mi addolora
Soffre tutto il mio essere e muore una parte di me.
Amano incamminarsi dalla colonia- avanti, indietro
A me da presso, nella valle del fiume Aniene
Giocano, si rincorrono, mi fermo, si fermano
Mi muovo, si muovono qualcuno dei più piccoli piange
Si sente smarrito, lo chiamo, l' aspetto
E poi tutti insieme sostiamo su dei massi di tufo .
Seduto, mi salgono sulle spalle, sulle ginocchia,
sulla testa, in un abbraccio continuo, si alternano gelosi
per ricevere un sussurro,una carezza è una gioia
e il tiepido sole del mattino e della sera, che ci riscalda,
vedendoci gioisce.
Leopold Persidi Roma.10-12-2001

*Secondo Premio Letterario Anna Maria Salerno
Roma. Ediz.2001/2002 Sezione poesia

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